RIFLESSI.

Spero che il Lettore raccolga continuamente dolci istruzioni da questa parte della parola di Dio; e in niente di più, che nella scoperta della propria incapacità di entrare lontano nell'apprensione delle cose divine. Tra i miglioramenti della grazia questo è eminente, imparare, più andiamo avanti, più la nostra ignoranza. Se in qualsiasi momento non troviamo il dolce sapore nella lettura delle scritture come prima, la coscienza dei piaceri passati dovrebbe diventare l'eccitazione per le aspettative future.

Se abbiamo saputo che il nome di Cristo è stato prezioso, il dolce sapore del suo nome dovrebbe lasciare ora un profumo; come un profumo ricco, che sebbene la cosa stessa venga portata via, gli effetti rimangono. E sebbene non vediamo Cristo, tuttavia le esperienze precedenti dovrebbero ravvivare i desideri presenti. Le cose dell'uomo (Salomone dice in questo capitolo) sono del Signore. Sto aspettando una rinnovata visita di Cristo? Sto anelando al suo ritorno, aspettandolo, aspettandolo? Non è proprio questa cornice lo stato in cui Gesù prepara il suo popolo ai rinnovamenti del suo amore? Anzi, non c'è in questo stesso desiderio e aspettativa della sua venuta anche un godimento presente in quel desiderio e aspettativa? Sicuramente tutte queste cose opera quell'unico e medesimo spirito, che divide ogni uomo individualmente come vuole.

Signore benedetto! concedimi un dolce sapore dei godimenti passati, in assenza della comunione presente; e quando non ho vista immediata della tua gloria, e le dolci comunicazioni del tuo amore; ancora lascia che la mia preghiera, risvegliata dalla tua grazia, sia la preghiera della chiesa; attirami e noi ti correremo dietro finché non mi avrai condotto nelle tue stanze.

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