Nathan-Melec. Settanta, "al tesoro (stanza.; Pagnin) di Nathan, l'eunuco del re", o ciambellano. (Haydock) --- Pharurim, "la periferia". (Vatable) (Menochius) (Caldeo) --- Denota forse il corpo di guardia. Vedi 1 Paralipomenon xxvi. 18. --- Carri. I suddetti cavalli erano destinati a tirarli in onore del sole. Alcune nazioni usavano cavalcare in questo modo con tutta la spedizione, al suo sorgere; ei Rabbini pretendono che il re, o qualche altro per suo ordine, fosse solito cavalcare dalla porta orientale del tempio alla casa del governatore Natan-Melec. Il cavallo era consacrato al sole, a causa della sua agilità. Placat equo Persis radiis Hyperiona cinctum,

Ne detur celeri vittima tarda Deo. (Ovidio, Veloce. i.)

I Persiani sacrificarono il cavallo al sole, affinché una lenta vittima non potesse essere offerta alla rapida divinità. Il sole dà vigore a tutto il sistema materiale, come causa strumentale nelle mani di Dio; ed i cavalli percepiscono l'influenza, più particolarmente nei climi più caldi, ed esultano nella loro forza, Giobbe xxxix. 21. (Haydock) --- Forse questi cavalli erano stati destinati al sacrificio dai re infedeli di Giuda, così come i carri.

(Calma) --- I Rodei ne gettavano un po' in mare ogni anno. (Festo.) --- Altri pensano che ciò che Giosia portò via, fosse solo inciso, o che i cavalli fossero stati messi in libertà per osservazioni superstiziose, come era consuetudine tra i pagani. (Tacito, Mor. Germ.) (Svetonio, in Giulio)

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