Che il cielo deve davvero ricevere, come anche nella traduzione protestante non contiene: né da ciò si può trarre alcun argomento, che il corpo di Cristo non può essere veramente nello stesso tempo nel santo Sacramento, specialmente in modo diverso. Il vero senso di queste parole è che il cielo è il luogo della dimora di Cristo, fino al giorno del giudizio, e che è stato vano per loro pensare che sarebbe venuto a prendere possesso di qualsiasi regno temporale.

(Witham) --- La restituzione di tutte le cose. Gesù rimane in cielo, fino alla sua seconda venuta per giudicare i vivi ei morti. Quello è il grande giorno, quando ogni cosa sarà finalmente risolta e riportata al suo giusto ordine. Egli vendicherà le offese fatte a Dio; riporta la pace ai giusti afflitti della terra e la giustizia ai loro persecutori. Egli esalterà la sua Chiesa, e riceverà egli stesso l'omaggio dell'adorazione, da ogni tribù di uomini.

(Calmet) --- Vedi 2 Pietro iii. 13. il quale testo, insieme a quanto leggiamo in questo luogo, unisce indissolubilmente l'ultima venuta di Gesù Cristo, con il ristabilimento universale promesso in entrambi questi brani, ed esclude del tutto il Millennio, che alcuni erroneamente si aspettano avverrà tra i realizzazione del primo e del secondo di questi eventi. Vedi le riflessioni di Bossuet sul 20° capitolo dell'Apocalisse, dove vengono confutati gli errori di molti scrittori protestanti, in particolare di Dodwell. Per dimostrare che l'errore del Millennio non può essere assegnato come causa generale che spinse i cristiani primitivi al martirio, basterà produrre questo passo decisivo di S.

Giustino, che dopo Papia fu il primo sostenitore di quel sistema: parlando a Trifone di questo regno temporale, di cui Cristo avrebbe goduto quaggiù, nella ristabilita Gerusalemme con i santi risuscitati dai morti, per mille anni, egli dice: «Ho già confessato che molti altri, con me, erano di questa opinione;... ma ve ne sono molti altri, e persone di sana fede, e di condotta esemplare, che rifiutano questa opinione.

" (In dialog. cum Tryph. n. 84.) --- Clemente di Alessandria, San Cipriano e Origene, stabilirono principi diametralmente opposti a questo sistema. È stato anche espressamente combattuto da Caio e San Denis di Alessandria, uno dei più grandi luminari del III secolo, come apprendiamo da Eusebio, e da San Girolamo.

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