Ma l'Altissimo non abita in case fatte da mani. Dio è dappertutto, né la sua presenza è confinata nel tempio, che era già una volta distrutto; e se fosse distrutto di nuovo, come predetto da Cristo? Dio deve ancora essere adorato, adorato e servito, come lo era prima che il tempio fosse costruito per la prima volta, che fu solo da Salomone. (Witham) --- Non abita nelle case. Cioè per aver bisogno di abitazioni terrene, o per esserne contenuto o circoscritto.

Benché altrimenti, per sua immensa divinità, è nelle nostre case, e in ogni altro luogo; e Cristo nella sua umanità abitava nelle case: ed è ora sui nostri altari. (Challoner) ---Non è tanto per Dio, quanto per noi stessi, che costruiamo templi, ed è un puro effetto della sua bontà e misericordia, che ci permette di costruirglieli. I luoghi consacrati in modo particolare al suo servizio, dove egli dà i segni più sensati della sua presenza, ci sono di aiuto, quando rendiamo il nostro omaggio, rivolgiamo i nostri voti e offriamo le nostre preghiere alla Divinità.

Il disegno di Santo Stefano in questa parte del suo discorso è di provare che la vera religione può sussistere senza il tempio; perciò, che non poteva essere colpevole di bestemmia, supponendo che avesse anche usato le parole che la malizia dei Giudei gli metteva in bocca, che Gesù di Nazaret avrebbe distrutto questo luogo. (Cap. VI. 14.)

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