Commento Cattolico di George Haydock
Ebrei 1:7
Fa i suoi angeli, [5] spiriti: ei suoi ministri, una fiamma di fuoco. S. Agostino, sul Salmo ciii., e S. Gregorio, hom. xxxiv. in Evang., avrebbe il senso e la costruzione delle parole per essere, che fa che gli spiriti beati siano anche suoi angeli, o messaggeri per annunciare ed eseguire la sua volontà: (messaggeri e angeli significano lo stesso in greco) Calvino e Beza per spiriti, qui intendi i venti, come se fosse solo il senso, che fa dei venti e delle fiamme di fuoco, cioè tuoni e fulmini, i messaggeri e gli strumenti della sua divina volontà, nei confronti degli uomini, che punisce.
Ma questa esposizione non è d'accordo con il resto del testo, né con il disegno di San Paolo, che è di mostrare Cristo al di sopra di tutti gli angeli e al di sopra di tutte le creature. San Paolo dunque è da intendersi di Angeli o di spiriti angelici: ma allora il senso può essere, chi fa i suoi angeli come i venti, o come una fiamma di fuoco, in quanto eseguono la sua volontà divina con incredibile rapidità, come i venti , e con una forza e un'attività non dissimili da quella del fuoco. (Conam)
[BIBLIOGRAFIA]
Greco: O poion tous Aggelus autou pneumata, non greco: ta pneumata, l'articolo greco posto davanti agli angeli, e non davanti agli spiriti, può sembrare favorire quell'esposizione, che paragona gli angeli ai venti e a una fiamma di fuoco.