Commento Cattolico di George Haydock
Ebrei 13:4
Matrimonio onorevole in tutto. [2] È dubbio sia in latino che in greco, se il senso sia, il matrimonio è onorevole, o lascia che sia considerato onorevole, come sembra piuttosto essere dal resto del testo. Di nuovo si può dubitare se il senso sia onorevole in tutte le persone, o in tutte le cose, e sotto tutti gli aspetti; come sembra essere l'ovvio significato che le persone non fanno nulla per disonorare il loro stato, come fanno coloro che violano con adulteri la fedeltà che devono gli uni agli altri, che non considerano la santità di questo sacramento, che non si amano, che non prendono cura dell'educazione dei propri figli.
Non ne consegue che tutte le persone senza alcuna eccezione, anche coloro che hanno già fatto voto a Dio di condurre una vita da celibe, possano legittimamente sposarsi. Tali persone, fingendo di sposarsi, incorrono nella loro dannazione. Vedere 1 Timoteo v. 12. (Witham) --- Oppure, il matrimonio sia onorevole in tutti. Cioè, in tutte le cose appartenenti allo stato matrimoniale. Questo è un monito per le persone sposate, a non abusare della santità del loro stato, con libertà o irregolarità ad esso contrarie.
Ora da questo testo non segue che tutte le persone siano obbligate a sposarsi, anche se la parola omnibus fosse resa, in tutte le persone, invece che in tutte le cose: perché se fosse un precetto, lo stesso san Paolo l'avrebbe trasgredito, visto che non si è mai sposato. Inoltre coloro che hanno già fatto voto a Dio di condurre una vita da celibe, se tentassero di sposarsi, incorrerebbero nella propria dannazione. (Challoner) --- Poiché il matrimonio è un grande sacramento, (Efesini v.
) le persone sposate abbiano cura di onorarlo e rispettarlo, con comportamenti casti e prudenti; (vedi 1 Pietro iii. e 1 Tessalonicesi iv.) ma accade troppo spesso che per incontinenza criminale si trasformino un grande sacramento in un grande sacrilegio.
[BIBLIOGRAFIA]
Honorabile connubium in omnibus, greco: timios o gamos en posi.