Commento Cattolico di George Haydock
Efesini 5:4
Né oscenità. [2] Che cosa si intende qui con questa parola, ce lo dice ampiamente san Giovanni Crisostomo nell'esortazione morale dopo la sua 17a omelia; vale a dire, scherzi con suggestioni immodeste o con un doppio significato, e scherzi o buffoni contro le regole della buona conversazione, di cui si avvalgono poco se non da uomini di bassa condizione e di genio meschino, che non sono allo scopo di un cristiano, che deve rendere conto a Dio di tutte le sue parole. (Conam)
[BIBLIOGRAFIA]
Scurrilitas, quæ ad rem non pertinet, greco: eeutrapelia ta oukanekonta. San Giovanni Crisostomo, greco: log. ig. P. 848 e 849, descrive il vizio del greco: eeutrapelia con queste parole: Greco: entha aichrotes, ekei e eeutrapelia....e eeutrapelia malaken poiei psuchen, &c.... porro touto christianou, to komodein....ei kalon to pragma, ti tois mimois aphietai;...parasiton to pragma, mimon, orcheston, gunaikon, pornon, porro psuches eleutheras, porro eugenous.
...ei tis aichros, outos kai eutapelos. Dove c'è sporcizia, c'è l'eutrapelia. È questo che rende la mente effeminata... Lungi dall'essere un cristiano interpretare il comico. Se questo fosse lodevole, perché è lasciato ai buffoni? È affare di lusinghieri tirapiedi, o amici trencher, di sciocchi in una commedia, di donne dissolute, ma lungi dall'essere persone di rango superiore, ben nate e di buona educazione.
Se un uomo è privo di onore, privo di vergogna, è dato all'eutrapelia. Un uomo difficilmente troverà la pena di consultare la traduzione latina in Fronto-Ducæus, che in questo e in molti altri luoghi è tutt'altro che esatta. So che Aristotele, (lib. iv. de moribus. cap. 14, p. 42. Ed. Aurel. Allobrog.) e san Tommaso d'Aquino, dottore delle scuole, (lib. ii. Q. 60. a 5. e 22.
; D. 168. a. 2.) prende l'eutrapelia in un senso diverso, quando è un modo scherzoso e innocente di scherzare, contenente ammonimenti piuttosto istruttivi; e così, ci dice san Tommaso d'Aquino, può essere annoverato tra le virtù morali; ma poi, anche come ci dice Aristotele, deve essere senza tutte le parole di immodestia e buffoneria, che è contro le buone maniere: altrimenti degenera in scurrilità.