Commento Cattolico di George Haydock
Esodo 6:3
Mi chiamo Adonai. Il nome che è nel testo ebraico, è quel nome più proprio di Dio, che significa il suo essere eterno auto-esistente, (Esodo iii. 14), che gli ebrei, per riverenza, non pronunciano mai; ma al suo posto, ogni volta che ricorre nella Bibbia, leggono Adonai, che significa il Signore; e perciò mettono i punti o vocali, che appartengono al nome Adonai, alle quattro lettere di quell'altro nome ineffabile, Jod, He, Vau, He.
Perciò alcuni moderni hanno inquadrato il nome Geova: sconosciuto a tutti gli antichi, sia ebrei che cristiani: poiché la vera pronuncia del nome, che è nel testo ebraico, per lungo disuso, è ormai del tutto perduta. (Challoner) --- Questo nome fu rivelato per la prima volta chiaramente a Mosè, affinché potesse avere fiducia nella sua speciale protezione e amore. (Menochius) --- Conoscere uno con il suo nome è trattarlo con familiarità e distinzione, Esodo xxxiii.
17. La pronuncia del nome di Dio poteva essere nota ad Abramo, ecc., ma non era così pienamente spiegata, né la potenza e l'eccellenza di esso dichiarate in modo così stupendo, come lo fu a Mosè. (Du Hamel) --- O forse Mosè ha fatto uso di questo nome nella storia dei patriarchi, perché ha scritto il suo resoconto su di loro dopo questa rivelazione. (Calma) --- La Settanta metteva sempre Kurios, "il Signore", invece del nome ineffabile; e il nostro Salvatore ei suoi apostoli, citando il testo dove si verifica, seguono il loro esempio.
(Matteo iv. 7, 10; Romani xv. 11.) (Worthington) --- Filone ci informa che è stata la morte a pronunciarlo fuori dal tempio, e poiché quello è stato distrutto, non è mai stato ascoltato. (Calmet) --- Galatino, che scrisse nel 1518, si suppone che abbia inventato la parola Geova, (vedi Amama Antib. p. 319,) l'anno dopo l'inizio della pretesa riforma. (Haydock) --- San Girolamo (ep. 136 ad Marc.) spiega i dieci nomi di Dio, ma non legge mai Geova. (Tirino)