È scritto nella legge, cioè nella Genesi, (cap. xvi. e cap. xxi.) che Abramo aveva due figli, ecc. che i suoi due figli, Ismaele, nato dal suo servo, Agar, e Isacco da sua moglie, Sara, rappresentino in senso allegorico i due testamenti o patti, che Dio fece con il suo popolo: che da Ismaele fu rappresentato quel patto del antica legge consegnata a Mosè sul monte Sina, con la quale i Giudei erano stati costituiti come suo popolo eletto, ma come se fossero suoi servi, da adempiere al loro dovere per timore delle punizioni; ma da Isacco è rappresentato il nuovo patto o testamento diCristo, dato a Gerusalemme, dove soffrì, dove fu pubblicata per la prima volta la nuova legge; mediante la quale legge, coloro che credono in Cristo furono fatti figli spirituali di Abramo, figli di Dio, ed eredi delle benedizioni promesse ad Abramo: che Sina, il monte in Arabia, ha[3] affinità con Gerusalemme, e con qui figli, che restano sotto la servitù della legge di Mosè: non si può intendere una congiunzione, né unaffinità, quanto al luogo e alla situazione, essendo Sina e Gerusalemme distanti quasi venti giorni di viaggio l'una dall'altra; quindi non può essere che un'affinità in un significato mistico, in quanto Gerusalemme era la capitale degli ebrei, dove i figli di coloro che ricevettero la legge sul monte Sina vivevano ancora sotto la servitù della stessa legge: ma i cristiani, che credono in Cristo, devono considerare se stessi come appartenenti a Gerusalemme, e non alla città di Gerusalemme sulla terra, ma alla Gerusalemme celeste in cielo, che è nostra madre, ora non più serva e schiava della legge precedente, ma libera, fatta figli di Dio per grazia di Cristo ed eredi del cielo.

E queste benedizioni furono promesse a tutte le nazioni, non solo ai Giudei, dei quali la maggior parte rimase ostinata, e rifiutarono di credere in Cristo, ma anche particolarmente ai Gentili, secondo la profezia di Isaia, (cap. liv. ) rallegrati tu che sei sterile, come Sara, da molto tempo; cioè rallegratevi, voi Gentili, finora rimasti nell'idolatria, senza conoscenza né adorazione del vero Dio, ora avrete più figli in mezzo a voi che tra i Giudei, che erano il suo popolo eletto. (Conam)

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