Commento Cattolico di George Haydock
Giacomo 2:10
È diventato colpevole di tutto. È certo che queste parole non sono da prendere semplicemente alla lettera, né nel senso che a prima vista sembrano rappresentare, come se un uomo trasgredendo un precetto della legge trasgredisse e infrangesse tutto il resto: questo appare dal versetto successivo, affinché un uomo possa commettere omicidio uccidendo un altro, e non commettere adulterio. Ed è certo, come osserva sant'Agostino, che non tutti i peccati sono uguali, come pretendevano i filosofi stoici.
Vedi S. Agostino, Epist. clxvii, (nov. ed. tom. 2, p. 595) dove consulta San Girolamo proprio in questo luogo fuori da San Giacomo, e ci dice che un tale uomo può dirsi colpevole di tutto, perché da uno peccato mortale agisce contro la carità,[3] (che è l'amore di Dio e del prossimo) da cui dipende tutta la legge e tutti i suoi precetti; sicchè, infrangendo un precetto, perde l'abito della carità, e rende sconveniente per lui custodire o non rompere tutto il resto.
In secondo luogo si può aggiungere che tutti i precetti della legge sono da considerarsi come una legge totale e intera, e come una catena di precetti, dove spezzando un anello di questa catena si spezza tutta la catena, o il integrità della legge, consistente in un insieme di precetti. In terzo luogo, si può dire che chi infrange un precetto, disprezza l'autorità del legislatore, che li ha ingiunto a tutti, e sotto pena di essere escluso per sempre dalla sua vista e dal suo godimento.
Un peccatore dunque, per una grave offesa contro un precetto, perde la sua eredità celeste, diventa passibile di pene eterne, come se avesse trasgredito tutto il resto: non ma che le pene dell'inferno siano maggiori contro coloro che sono stati più grandi peccatori, quanto maggiore sarà la ricompensa in cielo per coloro che hanno vissuto con maggiore santità e perfezione. (Witham) --- Colpevole, ecc.
Cioè, diventa un trasgressore della legge in modo tale che l'osservanza di tutti gli altri punti non gli gioverà alla salvezza; poiché disprezza il legislatore e infrange il grande e generale comandamento della carità, anche con un peccato mortale. (Sfidante)