Commento Cattolico di George Haydock
Luca 16:31
Se non sentono, Mosè, ecc. Pensiamo che se vedessimo un uomo risuscitato dai morti, che ci dicesse ciò che ha visto e sofferto in un altro mondo, ci farebbe più impressione dei miracoli passati, di cui abbiamo sentito parlare, o delle promesse e minacce del profeti, apostoli e nostro benedetto Salvatore, che sono contenuti nella Scrittura; ma è una falsa idea, una vana scusa. Anche in questo caso i malvagi e i non credenti troverebbero pretesti e obiezioni per non credere.
(San Giovanni Crisostomo, hom. iv.) --- Direbbero che il morto era un fantasma; che la sua risurrezione non era reale; le sue affermazioni negative. Quando Cristo risuscitò Lazzaro dai morti, il miracolo era noto, evidente e pubblico; eppure non troviamo nessuno dei farisei convertito da essa. Erano anche così pazzi da entrare in un progetto per uccidere Lazzaro, per sbarazzarsi di un testimone che depose contro la loro incredulità.
Quanti altri miracoli non fece ai loro occhi, che attribuirono al principe delle tenebre, o alla magia? Cristo si è risuscitato dai morti. Questo fatto è stato attestato da molti testimoni ineccepibili. E cosa fanno gli ebrei incalliti? Essi obiettano che i suoi discepoli, rubando il corpo, persuasero maliziosamente il popolo che era risorto. Tale è la corruzione del cuore umano, che una volta consegnato a una passione, nulla può muoverlo.
Ogni giorno vediamo o sentiamo di malfattori giustiziati pubblicamente, ma il loro esempio non ha alcun effetto sui sopravvissuti, né impedisce la commissione di nuovi crimini. (Calmet) --- "Abbiamo anche la parola profetica più ferma; alla quale fate bene a prestare attenzione, come una luce che risplende in un luogo oscuro, finché il giorno sorga e l'astro del giorno sorga nei vostri cuori". (2 Pietro i. 19.) --- Possiamo imparare molte lezioni molto istruttive da questa storia toccante di Lazzaro.
--- I ricchi possono imparare le terribili conseguenze di essere appresi dalle ricchezze, quando sono sottomessi alla sensualità, al lusso e all'ambizione. I poveri imparino a fare della loro povertà e delle loro sofferenze, per quanto gravi per natura, strumenti della loro futura felicità, sopportandoli con pazienza e rassegnazione alla volontà del cielo. Ai primi viene insegnato che per esporre un uomo all'eterna miseria, non è richiesto altro che godere di tutto ille cose buone di questo mondo secondo la loro volontà; i secondi, affinché, per quanto siano disprezzati e rigettati dagli uomini, abbiano ancora coraggio, sapendo che il breve giorno di questa vita fugace, con tutti i suoi mali apparenti, sarà presto passato; e che il giorno dell'eternità si avvicina rapidamente, quando ciascuno riceverà secondo il bene o il male che ha fatto nel suo corpo. (Fienile)