Il profano Giuliano accusò di leggerezza san Matteo, nel lasciare tutto e seguire un estraneo in una parola. Ma qui si vede la mirabile efficacia della parola e dell'opera interiore di Cristo, che in un momento può mutare il cuore dell'uomo, e indurlo a disprezzare ciò che prima gli era più vicino e caro. E ciò avveniva non solo mentre Cristo viveva sulla terra, ma quotidianamente nella sua Chiesa. Così sant'Antonio, s.

Francesco e altri, sentendo questa parola nella Chiesa, abbandonarono tutto e seguirono Gesù. (S. Girolamo, in Matt. IX.; S. Atanasio, in vita. S. Antonio; S. Agostino, Confessa. lib. viii. cap. 11.; S. Bonaventura, in vit. S. Francesco.)

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