Commento Cattolico di George Haydock
Matteo 11:17
Abbiamo convogliato. Cristo, dice, San Girolamo in questo luogo, era rappresentato dai fanciulli che suonavano o suonavano il flauto, e San Giovanni da quelli che piangevano; perché Cristo non ha rifiutato occasionalmente, di mangiare e di conversare con i peccatori. (Witham) --- Gesù mostra agli ebrei con questa similitudine, che si era sforzato di indurli, con la vita comune che conduceva, a un'imitazione delle sue virtù; e non avevano soddisfatto il suo desiderio.
--- Ci siamo lamentati. Questa parte è da intendersi di San Giovanni, che condusse una vita austera, e nonostante fosse disprezzato dai Giudei. (San Girolamo in San Tommaso d'Aquino) --- Simile a questa è la lamentela dell'Onnipotente, per bocca del profeta Isaia: Che cosa avrei dovuto fare alla mia vigna e non aver fatto? Il nostro Redentore e il Battista imitarono gli abili cacciatori, che si servirono di vari ed opposti stratagemmi, affinché se l'agile animale sfugge ad uno, cada nell'altro.
Poiché gli uomini sono comunemente più coinvolti dal digiuno e dalle austerità, quindi il Battista le praticava nel più alto grado, affinché così potessero essere persuasi a credere alle sue parole. Cristo, condiscendendo maggiormente alla loro debolezza, non abbracciò questo rigido modo di vivere, ma nello stesso tempo lo santificò e lo approvò con il suo digiuno di quaranta giorni, e l'estrema povertà, non avendo dove adagiare il capo.
Era meglio che la dottrina del nostro Salvatore fosse approvata da chi praticava l'austerità, piuttosto che egli stesso digiunasse e vivesse rigidamente. Se gli ebrei ammiravano il digiuno e la penitenza, quali parole avrebbero dovuto condurli al Figlio di Dio? Se il digiuno appariva doloroso e proibitivo, perché non si unirono a Gesù, che venne mangiando e bevendo, e compatindo le loro infermità? in che modo, in qualunque modo avessero scelto, avrebbero potuto giungere alla salvezza? (San Giovanni Crisostomo, hom. xxxviii.)