Commento Cattolico di George Haydock
Matteo 18:7
Deve essere necessario, non assolutamente, ma la debolezza e la malvagità del mondo ha ritenuto che gli scandali dovessero accadere. (Witham) --- Considerando la malvagità e la corruzione del mondo, queste cose accadranno sempre; ma i giudizi di Dio, sebbene lenti, saranno estremamente terribili. Lento quidem gradu Divina procedit Vindicta, sed tarditatem gravitate compensat. (Val. Max.) --- Non dobbiamo supporre per un momento che Cristo sottoponga le azioni umane al controllo di una rigida fatalità.
Non è la preveggenza o la predizione di Cristo, che fa accadere questi mali; non accadono, perché Cristo li ha predetti; ma, Cristo li predisse, perché sarebbero accaduti infallibilmente. L'Onnipotente permette gli scandali, perché ne beneficiano i buoni, rendendoli più diligenti e più vigili: testimoniano la grande virtù di Giobbe, di Giuseppe e di molti altri perfezionati nella tentazione.
Se i meno virtuosi ricevono un danno dagli scandali, lo devono alla loro stessa indolenza e pigrizia. (San Giovanni Crisostomo, hom. lx.) --- Gesù Cristo pronuncia un doppio guaio all'uomo che porta scandalo, e al mondo che ne è punito. Ma perché, chiede san Giovanni Crisostomo, piange le miserie del mondo, quando dipendeva da lui stendere la mano e rimuoverle? Imita la condotta di un buon medico, il quale, dopo aver prescritto vari rimedi, si sente obbligato a dichiarare al suo malato, che trascurando le prescrizioni, aumenta il suo cimurro.
Gesù Cristo aveva lasciato il trono della sua gloria, aveva assunto su di sé le sembianze di un servo, e aveva sofferto le più grandi sofferenze, ma vedendo l'uomo così perverso da non trarre vantaggio da tutto ciò che aveva fatto e sofferto per lui, piange sul suo misero stato. Né questo è senza il suo frutto particolare; perché spesso accade che ciò che il buon consiglio non può commuovere, le preghiere e le lacrime, e il rapporto delle tristi conseguenze che accompagnano il peccato, portino al pentimento. Questo manifesta anche la sua tenerezza e la sua carità sconfinata, poiché piange sul popolo, che di tutti gli altri lo contraddiceva di più. (San Giovanni Crisostomo, hom. lx.)