Vedi tutte queste cose? Esamina ancora e ancora tutta questa magnificenza, affinché la sentenza del cielo possa apparire più eclatante. --- Pietra su pietra. Non dobbiamo considerare questo come un'iperbole. Il tempio bruciato dai romani, e in seguito anche arato. Vedi Gregorio di Nazianzo, orat. ii. cont. Giuliano; Teodoreto, lib. iii Storico. cap. xx. &C. (Witham) --- Giuliano l'apostata, volendo falsificare le predizioni di Daniele e di Gesù Cristo, tentò di ricostruire il tempio.

A tal fine, radunò il capo tra i Giudei e, chiedendo loro perché trascurassero i sacrifici prescritti, fu risposto che non potevano offrire altro che nel tempio di Gerusalemme. Su questo ordinò loro di riparare a Gerusalemme, di ricostruire il loro tempio e di ripristinare il loro antico culto, promettendo loro il suo concorso nel portare avanti i lavori. Questo riempì gli ebrei di una gioia inesprimibile.

Perciò, accorsi a Gerusalemme, cominciarono con disprezzo e trionfo a insultare i cristiani. Contributi sono arrivati ​​da tutte le parti. Le donne ebree si spogliarono dei loro ornamenti più costosi. L'imperatore aprì i suoi tesori per fornire tutto il necessario per la costruzione. Furono convocati da tutte le parti gli operai più capaci; per dirigere i lavori furono incaricate persone di altissimo livello; e l'amico dell'Imperatore, Alipio, fu incaricato di tutto, con ordine di continuare l'opera incessantemente, e di non badare a spese.

Tutti i materiali sono stati depositati in quantità immensa. Gli ebrei di entrambi i sessi avevano una parte nel lavoro; le donne aiutano a scavare il terreno e portano via la spazzatura con i loro grembiuli e le loro toghe. Si dice anche che i Giudei abbiano dato dei picconi, delle vanghe e dei canestri, da fare d'argento, per l'onore del lavoro. Fino a quel momento erano rimaste le fondamenta e alcuni ruderi delle mura, come appare da S.

Cirillo, nel suo catechismo xv. n. 15, ed Eusebio, Dem. Evang. lib. viii. P. 406. Queste rovine prima demolirono i Giudei con le loro stesse mani, concorrendo così al compimento della predizione del nostro Salvatore. Successivamente iniziarono a scavare una nuova fondazione, in cui furono impiegate molte migliaia. Ma ciò che avevano vomitato durante il giorno, con ripetuti terremoti, la notte seguente era stato rigettato di nuovo nella trincea.

Quando Alipio, il giorno dopo, insisteva ardentemente sui lavori, con l'aiuto del governatore della provincia, emanarono, dice Ammiano Marcellino, tali orribili palle di fuoco fuori dalla terra vicino alle fondamenta, da rendere il luogo inaccessibile dal tempo a tempo agli operai bruciati. E l'elemento vittorioso, continuando così ostinatamente, tendeva, per così dire, a condurli lontano, Alipio ritenne opportuno abbandonare, sebbene con riluttanza, l'impresa.

Questo grande evento avvenne all'inizio dell'anno 363, e con molte circostanze davvero sorprendenti è registrato sia da ebrei che da cristiani. Vedi le prove e un resoconto molto più completo di questo evento stupefacente, che tutti gli antichi padri descrivono come indubitabile, nella vita di san Cirillo di Gerusalemme di Alban Butler, il 18 marzo. Così distrussero così completamente ciò che restava dell'antico tempio, che non rimase pietra su pietra; né fu loro permesso dal cielo neppure di cominciare quello nuovo. (Maldonato)

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