Commento Cattolico di George Haydock
Matteo 24:36
Nessuno lo sa... ma solo il Padre. Le parole di san Marco (xiii. 32.) sono ancora più dure: né gli angeli, né il Figlio, ma il Padre. Gli ariani si opposero a questo luogo, per dimostrare che Cristo, ignorando il giorno del giudizio, non poteva essere veramente Dio. Con le stesse parole, nessuno lo sa, ma solo il Padre, (come le espongono) lo Spirito Santo deve essere escluso dall'essere il vero Dio.
In risposta a questa difficoltà, quando si dice, ma solo il Padre, è certo che l'eterno Figlio e lo Spirito Santo non potrebbero mai ignorare il giorno del giudizio: perché, come sono un solo e medesimo Dio, così essi deve avere la stessa natura, la stessa sostanza, saggezza, conoscenza e tutte le perfezioni assolute. 2. È anche certo che Gesù Cristo conobbe il giorno del giudizio, e tutte le cose a venire, per una conoscenza che non poteva non avere, a motivo dell'unione mediante la quale la sua natura umana era unita alla persona e alla natura divina.
Vedi Colossesi ii. 3. E così ad attribuire a Cristo ogni ignoranza fu l'errore di quegli eretici chiamati Agnoitai. 3. Ma sebbene Cristo, come uomo, conoscesse il giorno del giudizio, tuttavia questa conoscenza non gli era dovuta in quanto uomo, o perché era uomo, ma conosceva solo il giorno del giudizio, perché anche lui era Dio come uomo. 4. È la risposta comune dei padri, che Cristo qui parla ai suoi discepoli, solo come era l'ambasciatore del Padre suo; e quindi deve solo sapere cosa deve far conoscere agli uomini.
Si dice che non sappia, dice sant'Agostino[5], ciò che non farà sapere agli altri, o ciò che non rivelerà loro. (Witham) --- Con questo Gesù Cristo ha voluto sopprimere la curiosità dei suoi discepoli. Allo stesso modo, dopo la sua risurrezione, ha risposto alla stessa domanda: 'Non spetta a voi conoscere i tempi ei momenti, che il Padre ha posto in suo potere. Si aggiunge quest'ultima clausola, affinché gli apostoli non si scoraggino e pensino che il loro divin Maestro li stimasse indegni di sapere queste cose.
Alcuni manoscritti greci non aggiungono nemmeno il Figlio, come in Marco xiii. 32. Il Figlio lo ignora, non secondo la sua divinità, e neppure secondo la sua umanità ipostaticamente unita alla sua divinità, ma secondo la sua umanità, considerata separata dalla sua divinità. (Bibbia di Vence)
[BIBLIOGRAFIA]
Sant'Agostino, lib. 83. QQ. ricerca. 60. tom. 6, pag. 33. Ed. Ben. dicitur nescire filius, quia facit nescire homines, ie non prodit eis, quod inutiliter scirent. Vedi lo stesso sant'Agostino, lib. 1. de Trin. cap. xii. tom. 8, pag. 764 e 765. e lib. de Gen. cont. Manich. cap. xxii. P. 659. tom. 1.