Commento Cattolico di George Haydock
Matteo 6:11
Il nostro pane supersostanziale. [2] Così è oggi nel testo latino: eppure lo stesso vocabolo greco in san Luca, si traduce pane quotidiano, come lo diciamo nella preghiera del Signore, e come si diceva nel secondo o terzo età, come troviamo da Tertulliano e San Cipriano. Forse la parola latina, supersubstantialis, può avere lo stesso significato di pane quotidiano, o pane di cui abbiamo bisogno quotidianamente; poiché non è necessario prenderlo per pane soprannaturale, ma per pane che viene aggiunto quotidianamente, per mantenere e sostenere la sostanza dei nostri corpi.
(Witham) --- In San Luca la stessa parola è resa pane quotidiano. Si comprende del pane di vita, che riceviamo nel beato sacramento. (Challoner) --- Si comprende anche il sostegno soprannaturale della grazia di Dio, e specialmente del pane di vita ricevuto nella beata eucaristia. (Haydock) --- Poiché dobbiamo solo pregare per il nostro pane quotidiano, non dobbiamo essere troppo premurosi per il domani, né per le cose di questa terra, ma accontentandoci di ciò che è necessario, rivolgiamo tutti i nostri pensieri al gioie del cielo. (San Giovanni Crisostomo, hom. xx.)
[BIBLIOGRAFIA]
Supersubstantialem, greco: epiousion, la cui parola greca è tradotta, quotidianam, Luca xi. 3. Così è esposto da san Giovanni Crisostomo greco: om xv. P. 138. Greco: ti estin ton arton ton epiousion. San Gregorio di Nissa (tom. i, p. 750, Edit. Paris. an. 1638) lo chiama, greco: o artos tes semerines chreias esti. Panis hodiernæ, o quotidianæ necessitatis. Suidas lo espone, greco: o te onsia emon armozon, qui est conveniens nostræ substantiæ o greco: o kathemerinos, quotidianus.