Commento Cattolico di George Haydock
Romani 7:17-18
Ora poi non sono più io che lo faccio: la volontà buona è presente con me. Queste espressioni mostrano tutte che egli parla di tentazioni che toccano solo i sensi, l'immaginazione o le membra del corpo, ma alle quali la mente e la volontà non danno alcun consenso, ma ne conservano un'avversione; e fino a quando non possono mai essere veri e propri peccati, che devono essere con piena deliberazione e consenso. (Witham) --- L'apostolo qui intende dire che sapeva per esperienza che il male e non il bene abitava in lui, secondo la carne.
Non contraddice questo passaggio quando dice altrove che le nostre membra sono i templi dello Spirito Santo: (1 Corinzi iii. 6. ecc.) perché il bene non si trova nella nostra carne, in quanto corrotta dal peccato; donde il nostro Salvatore dice: "Ciò che è nato dalla carne, è carne". (Giovanni iii.) Ma il bene è nel nostro corpo, quando le nostre membra sotto l'influsso dell'anima, rinnovate dallo Spirito Santo che risiede in esso, sono impiegate in opere buone.
Il significato di questo brano è che, sebbene ora guarito e rinnovato dalla grazia, potrebbe avere un desiderio perfetto di fare il bene; eppure, sempre a causa del male della concupiscenza che abitava nella sua carne, non si trovò in grado di compiere tutto il bene che desiderava, perché la concupiscenza lo spingeva sempre al male contro la sua volontà. (Esto)