Commento Cattolico di George Haydock
Romani 7:9
Ho vissuto un po' di tempo senza la legge; cioè senza la conoscenza della legge. Questo alcuni lo capiscono san Paolo nel tempo della sua fanciullezza, prima che venisse a conoscenza di ciò che era proibito da qualsiasi legge. Ma l'esposizione, che concorda con il resto di questo capitolo, è questa; che san Paolo, sebbene sembri parlare di sé, rappresenta tuttavia la condizione di chiunque visse prima che fosse data la legge scritta: ma quando venne il comandamento, dopo che fu data la legge scritta, e i suoi precetti vennero a me conoscenza , allora si ravvivò il peccato, dandomi una perfetta conoscenza: e trasgredendo quei precetti, divenni più colpevole e senza giustificazione.
--- Sono morto: cioè sono diventato colpevole per trasgressione della legge conosciuta, e colpevole di morte eterna: e i comandamenti o precetti, che erano per la vita, che erano buoni in se stessi, e progettati per dirigermi ciò che dovevo fare, e ciò che dovevo evitare per ottenere la vita eterna, fu trovato per me fino alla morte, ma per mia stessa colpa; e solo occasionalmente, dai comandamenti della legge e dalla loro conoscenza, quando con piena conoscenza li ho trasgrediti.
Così sono stato sedotto dal peccato, che con esso ha portato la morte, sebbene la legge e il comandamento (v. 12) fossero in se stessi santi, giusti e buoni. Non potevano che essere buoni, come dice san Giovanni Crisostomo, essendo il loro autore il vero Dio, e non alcun principio o causa malvagia, che fosse l'autore dei mali, come pretendevano gli empi manichei. Tanto vale, dice san Giovanni Crisostomo, criticare l'albero della vita [l'albero della conoscenza del bene e del male?] e il frutto proibito del Paradiso, che non fu causa, ma solo occasione della nostra miseria, quando Adam ne mangiò.
Non si può quindi dire che ciò che era buono, (cioè la legge) mi fosse fatto morte, o causa della mia morte; ma il peccato, e le mie irresistibili inclinazioni peccaminose, affinché appaia peccato, o che appaia evidentemente quanto sia grande un peccato malvagio, mediante ciò che è buono, (cioè mediante la trasgressione dei precetti dati e conosciuti, il peccato potrebbe diventare peccaminoso parla del peccato come di una persona, e il senso è che il peccato, che era nella mia natura corrotta, potesse diventare peccato oltre misura, quando mi condusse a ogni sorta di disordini e di eccessi, che io ceduto a. (Witham)