Badate che nessuno renda male per male a nessuno, ma seguite sempre ciò che è bene, sia tra di voi che verso tutti gli uomini.

Nel concludere la sua lettera l'apostolo dà ai cristiani di Tessalonic alcune regole d'ordine su come dovrebbero comportarsi. Parla anzitutto del loro comportamento verso i loro maestri: Ma vi supplichiamo, fratelli, di conoscere coloro che faticano tra voi e vi presiedono nel Signore e mantengono la disciplina, e di guardarli sovrabbondantemente con amore per il bene del loro lavoro. Parla dei membri del presbiterio nelle varie funzioni del loro ufficio.

Nello spirito del vero monito evangelico non comanda e non minaccia, ma li prega di ascoltare e seguire le sue parole. I cristiani di Tessalonica dovrebbero conoscere, riconoscere con il dovuto rispetto, dare pieno credito a coloro che nel lavoro del loro ufficio sono impegnati nella fatica, nel duro lavoro, in mezzo a loro. Poiché questi ufficiali li presiedevano nel Signore, li guidavano, li sorvegliavano in suo favore.

Il loro lavoro, inoltre, non aveva solo natura di insegnamento e di istruzione, ma anche di ammonimento e avvertimento, sia in modo generale che in casi specifici. In breve, questi uomini erano sia predicatori che pastori. E la loro era una fatica, una forma di duro lavoro. Le persone esterne all'ufficio ministeriale, ed anche quelle interne all'ufficio che considerano il lavoro come una sinecura, non hanno la minima idea delle sue esigenze e responsabilità.

Ma Paolo, parlando nel nome del Signore, invita i cristiani a stimare moltissimo, sovrabbondantemente nell'amore, gli uomini che ricoprono questo ufficio. Non devono essere semplicemente tollerati come mali necessari, ma devono essere considerati con vero amore, non per amore della loro persona (poiché non sono che uomini peccatori), ma per il bene del loro lavoro, del loro ufficio. L'apostolo presume, naturalmente, che tutti i ministri che portano propriamente il titolo compiranno fedelmente anche il lavoro serio per le anime affidate alle loro cure. Nota: Questo monito è molto attuale anche ai nostri giorni; poiché, sebbene i ministri ricevano una certa riverenza, l'amore e la stima che l'apostolo qui nomina spesso manca tristemente.

Il prossimo monito di Paolo riguarda il rapporto fraterno che dovrebbe instaurarsi all'interno della stessa congregazione cristiana: siate in pace tra di voi. Questa esortazione è sempre opportuna e salutare, anche là dove non ci sono gravi disaccordi in corso, e sicuramente a Tessalonica, dove Paolo era obbligato a segnalare la necessità di una vita tranquilla, che ognuno si occupi strettamente dei propri affari e di fare i suoi vivere onestamente.

Stabiliti questi due punti fondamentali, la stima per i loro ministri e la pace tra di loro, i cristiani di Tessalonicesi sarebbero lieti di seguire anche gli altri ammonimenti dell'apostolo: Ma vi preghiamo, fratelli, ammonite i disordinati, incoraggiate i deboli di cuore, sostenete i deboli, siate longanimi verso tutti. Badate che nessuno renda male per male a qualcun altro, ma seguite sempre il bene gli uni verso gli altri e verso tutti.

In una grande congregazione c'era da aspettarsi che non tutti i membri si sarebbero rivelati cristiani modello. Perciò i disordinati, quelli che non potevano essere indotti a mantenere l'ordine, ma andavano sempre senza scopo a danno del lavoro della congregazione, fossero ammoniti e sistemati, affinché il loro lavoro, svolto in una via ordinata, gioverebbe in qualche modo alla Chiesa.

I deboli di cuore dovevano essere incoraggiati; qualunque fosse il dolore e il dolore che agitavano la loro anima, dovevano essere rallegrati dalla confortante verità della Parola di Dio. I deboli dovevano essere sostenuti, sostenuti spiritualmente, passando loro un braccio intorno, per così dire, come preziosi agli occhi di Dio; i forti non si stanchino di rimettersi sempre alla debolezza dei fratelli meno illuminati e di istruirli con tutta pazienza.

Verso tutti gli uomini i cristiani dovevano comportarsi in modo da non perdere mai la pazienza, lasciando sempre che la vera equanimità d'animo governasse ogni loro azione. Strettamente connesso con questo è il pensiero che i cristiani dovrebbero stare sempre in guardia, affinché qualcuno non ripaghi un male, un insulto in natura. È essenziale che i credenti lascino la vendetta al Signore. In breve, dovrebbero sempre mirare al bene, non solo in mezzo alla propria congregazione, ma anche verso gli altri, verso tutti gli uomini, appunto.

Questi sono principi fondamentali per una corretta condotta cristiana, a cui ogni cristiano farà bene a prestare attenzione; poiché è solo mediante la più assidua ricerca delle virtù qui menzionate che si può fare un progresso nella santificazione cristiana.

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