come anche voi in parte ci avete riconosciuto che siamo la vostra gioia, come anche voi siete nostri nel giorno del Signore Gesù.

Aspettando che i Corinzi rendessero grazie a causa sua come per un dono di grazia loro consegnato e restituito, Paolo stimava non poco il proprio valore, ma sapeva che la sua gloria era di natura tale da non metterlo vergogna. Infatti il ​​suo atto di vanto consisteva in questo, cioè nella testimonianza della sua coscienza, che nella santità e nella sincerità di Dio, non nella sapienza carnale, ma nella grazia di Dio, si era comportato nel mondo, ma più abbondantemente (che verso chiunque altrimenti) ai Corinzi.

Paolo poteva aspettarsi questa considerazione dai cristiani di Acaia, poteva confidare gioiosamente nella loro preghiera e gratitudine, perché la sua condotta morale era irreprensibile, come gli testimoniava la sua coscienza. La santità e la sincerità che caratterizzavano la sua condotta erano qualità divine, erano dono di Dio a lui, di cui si serviva adeguatamente. E non si è servito della sapienza carnale, ma si è comportato come sotto l'influenza della grazia di Dio che gli era stata data per l'adempimento del suo lavoro apostolico.

Della fedele condotta cristiana dell'apostolo gli stessi Corinzi potevano testimoniare, poiché le sue opportunità a Corinto erano state maggiori che altrove per mostrare la santità e la sincerità della vita cristiana. "Non come se il suo rapporto cristiano con loro fosse stato caratterizzato da qualcosa di straordinario, o al di là di ciò che aveva mostrato in altri luoghi. Intendeva semplicemente dire: se c'è qualcuno a cui non mi sono manifestato come un ministro sincero e di cuore di Cristo, certo non puoi essere tu (cfr 1 Corinzi 9:2 ), perché dove in tutto il mondo sono stato più completamente conosciuto che tra voi?"

Paolo è assolutamente franco con i Corinzi, sapendo che la sua storia è al di sopra di ogni attacco: poiché nient'altro ti scriviamo se non quello che leggi o effettivamente riconosci. Intende quello che dice, non c'è alcun significato nascosto nelle sue lettere; e in tutti gli altri suoi rapporti con loro non ha fatto uso di ambiguità; le parole del suo insegnamento orale e le comunicazioni delle sue lettere concordavano esattamente. E questo stato di cose continuerà, sperando che lo riconosceranno fino alla fine, come anche alcuni di voi hanno fatto questo riconoscimento.

Per se stesso chiede fermezza per continuare nella pura dottrina e nella vita pia; per loro, perché riconoscano con cuore grato ciò che Dio ha loro dato nella persona e per opera dell'apostolo. Perché, come dice Paolo: Noi siamo la tua causa di gloria; la Chiesa di Corinto poteva ben essere orgogliosa del fatto che fosse stato il loro primo maestro. E, d'altra parte, rappresentavano la sua ragione di gloria nel giorno del Signore Gesù Cristo. Anche davanti al trono di Dio li confesserà e se ne vanterà: in loro compagnia vuole comparire davanti al tribunale del Signore e mostrarli con orgoglio come prodotti della grazia divina.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità