il quale ci ha anche resi abili ministri del Nuovo Testamento, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito dà la vita.

L'opera che Paolo aveva svolto a Corinto come servitore di Dio era degna di ogni lode. Eppure evita anche il sospetto di autoglorificazione scrivendo: Ma tale fiducia noi abbiamo in Dio per mezzo di Cristo. Questa era la fiducia, la tranquilla certezza, che aveva Paolo, che la congregazione di Corinto era la sua lettera di lode, che la sua condizione nella dottrina e nella vita portava una continua testimonianza della sua opera.

Ma questa fiducia non era il risultato di una falsa stima di sé, era piuttosto una persuasione a Dio, rispetto a Dio, autore dell'opera, e per mezzo di Cristo, in forza del quale ha compiuto cose così grandi a Corinto. «Questo vantarsi dovrebbe avere ogni predicatore, di essere sicuro e che anche il suo cuore sta in quella fiducia e può dire: Questa fiducia e questo coraggio ho verso Dio in Cristo che la mia dottrina e predicazione è veramente Parola di Dio. Così anche quando presta servizio in altri uffici della Chiesa, battezza un fanciullo, assolve e conforta un peccatore, anche questo nella certezza che è comandamento di Cristo».

Le parole di Paolo sul ministero del Nuovo Testamento condannano ogni orgoglio, presunzione, presunzione e falsa fiducia, come dice Lutero, e attribuiscono a Dio ogni onore e gloria: Non che siamo sufficienti di noi stessi per formarci un'opinione come di noi stessi, ma la nostra sufficienza è di Dio. Lo stesso suggerimento come se stesse lodando se stesso e lodando i propri sforzi, lodando il suo successo a Corinto come dovuto alle sue stesse capacità, è qui respinto.

Al contrario, dice di sé e di tutti i ministri del Vangelo, non solo che mancano di idoneità al servizio della Parola, ma che non sono nemmeno capaci di avere le opinioni giuste, di formarsi i giudizi propri in tutto ciò che è connesso con l'ufficio, grande o piccolo che sia, come se stessi. Se un predicatore del Vangelo dipende dalla propria capacità naturale, dalla propria saggezza accumulata, dalla propria astuzia pratica, allora gli manca ancora del tutto quella sufficienza che il Signore esige per il proprio servizio a Colui la cui esigenza costante è il riconoscimento di la propria insufficienza e indegnità.

C'è solo un modo in cui un uomo può diventare sufficiente, può acquisire le qualifiche adeguate per l'opera di predicazione del Vangelo, ed è attraverso il dono gratuito di Dio. Tutto ciò che un predicatore pensa, fa e compie con successo nel suo ufficio gli è dato da Dio, è compiuto per mezzo di lui da Dio, al quale quindi ogni gloria e onore deve essere data in ogni momento.

Per inciso, però, Dio si prende cura dell'opera che ha affidato alle mani umane deboli, alle menti umane infermi: il quale ci ha anche resi sufficienti, ci ha dato le qualifiche proprie, come ministri della Nuova Alleanza, come ministri, cioè, non di la lettera, ma dello spirito; perché la lettera uccide, ma lo spirito dà la vita. Dio deve e dà veramente la capacità, le qualifiche necessarie, a coloro che sono ministri, che servono nell'opera del Vangelo, purché siano servitori del Vangelo nella verità, e non solo di nome.

Li rende capaci di essere ministri della Nuova Alleanza, di dedicare il loro tempo e le loro energie alla sua propagazione, alla distribuzione dei doni di grazia del Nuovo Testamento. Infatti la parola "nuovo" implica che l'apostolo sta qui contrapponendo il ministero attuale con quello dell'Antica Alleanza che fu stipulata con i figli d'Israele sul monte Sinai. Del primo patto dice che era un patto della lettera; di quest'ultimo, che è un patto dello Spirito; Sii contrasta la Legge e il Vangelo.

«Poiché usa la parola 'lettera' un po' sprezzantemente della Legge (che tuttavia è anche Parola di Dio) contro l'ufficio e la predicazione del Vangelo... Perché 'lettera' è ciò che è chiamato, ed è, ogni forma di comandamento, dottrina e predicazione che rimane solo nella parola o sulla carta e nella lettera, e dopo non si fa nulla... Così anche il comando di Dio, poiché non è osservato, sebbene la dottrina più alta e di Dio volontà eterna, deve ancora soffrire che gli uomini ne facciano una semplice lettera e un guscio vuoto, poiché senza cuore e frutto non porta vita e salvezza.

.. D'altra parte, c'è una dottrina e una predicazione del tutto diverse, che egli chiama ministero del Nuovo Testamento e dello Spirito, che non insegna ciò che dovresti fare (per quello che hai sentito prima); ma ti indica ciò che Dio vuole fare e darti, sì, ha già fatto, in questo modo, che ha dato suo Figlio, Cristo, per noi, perché a causa della nostra disobbedienza alla Legge, che nessun uomo adempie , eravamo sotto l'ira e la condanna di Dio, che ha pagato per i nostri peccati, ha riconciliato Dio e ci ha dato la Sua giustizia.

"Questo contrasto è messo in evidenza dall'apostolo in una breve frase: La lettera uccide: la legge è strumento di morte, Romani 5:20 ; Romani 7,9 ; Romani 7:9, Romani 8:2 , perché nessun uomo è in grado di soddisfare le sue esigenze , e perciò ogni persona è sotto la sua condanna di morte; lo Spirito dona la vita: il Vangelo ci porta l'annuncio glorioso della grazia gratuita di Dio in Cristo Gesù, del compimento pieno della Legge, del pagamento di ogni colpa, della l'appropriazione della perfetta giustizia, vita e salvezza.

E il Vangelo porta nei cuori lo Spirito Santo, la sua potenza è quella dello Spirito, che opera una nuova vita spirituale nel peccatore, gli dà la gioiosa fiducia di conoscere Dio come suo caro Padre, e di vivere una vita di gratitudine, rettitudine e purezza.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità