Grazia sia con tutti voi! Amen.

Lo scrittore ora chiude la sua lettera. Con tatto fa appello ai lettori ebrei: Ma vi prego, fratelli, sopportate la parola di esortazione. Alcuni di loro potrebbero essere inclini a risentirsi per il suo modo aperto e franco di sottoporre loro la questione, soprattutto perché la loro coscienza era alquanto inquieta. La sua lettera, spiega, era stata sicuramente abbastanza breve; si era astenuto di proposito dal stancarli. Nota che non si scusa per una sola parola, ma che la sua supplica è piuttosto un monito affinché siano ragionevoli nel prendere le sue parole in buona grazia.

Riguardo a Timoteo li informa che ora è liberato, essendo stato incarcerato da tempo, probabilmente a Roma, ed è sua intenzione venire in Palestina con Timoteo e visitarli tutti. Intima che questo evento avrà luogo presto. Invia i saluti ai loro capi, ai loro pastori o ministri, essendo la lettera destinata a tutte le congregazioni della Giudea o della Palestina, e include tutti i santi, tutti i credenti che sono stati consacrati a Dio per fede.

Manda i saluti dei fratelli cristiani in Italia, la comunione tra i credenti in quei giorni è molto più cordiale di quanto non lo sia ai nostri giorni. Le ultime parole della lettera sono la formula comune, ma non priva di significato: la grazia sia con tutti voi! Ogni persona che è assicurata della misericordia e dell'amore di Dio in Gesù Cristo e accetta questo messaggio con fede semplice è partecipe di quella grazia e di tutte le benedizioni che essa trasmette, qui nel tempo e nell'aldilà nell'eternità.

Riepilogo

L'autore ispirato aggiunge alla parte dottrinale della sua lettera alcune esortazioni di carattere generale, un monito a rimanere saldi, a sopportare il rimprovero di Cristo e ad includerlo nella loro preghiera di intercessione; chiude con alcune osservazioni e saluti personali.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità