Il libro di Esdra
introduzione
Il Libro di Esdra, scritto dal famoso sacerdote e scriba di cui porta il nome, copre un periodo di circa ottant'anni, cioè che in seguito all'esilio degli ebrei, dal 538 al 458 aC circa Durante questo periodo occuparono il trono sei re di Persia ed erano i sovrani degli ebrei: Ciro il Grande, suo figlio Cambise, l'usurpatore Pseudo-Smerdi, Dario I, figlio di Istaspe, Serse I (noto anche come Assuero) e Artaserse Longimano.
Il libro registra l'adempimento della promessa di Dio di riportare il Suo popolo in Palestina. Il libro è diviso in due parti distinte, la prima parte, capitoli da 1 a 6, che raccontano del ritorno degli esiliati sotto Zorobabele e Giosuè nell'anno 536, e la seconda, capitoli da 7 a 10, relativa alla venuta del Esdra nell'anno 458, insieme ai provvedimenti di riforma da lui introdotti. Sotto Zorobabele, che fu nominato Trishatha, o governatore, degli esiliati ritornati, più di 40.000 ebrei si stabilirono ancora una volta in Palestina, specialmente a Gerusalemme e nei dintorni; sotto Esdra, ottant'anni dopo, una seconda banda tornò nella terra dei loro padri.
Durante il periodo coperto da questo libro il Tempio era stato ricostruito e la vera adorazione ripristinata a Gerusalemme. Gli esiliati furono da questo momento conosciuti come ebrei. Non formarono una nazione indipendente, ma il loro paese era una provincia della Persia, fino a quando l'intero impero fu conquistato da Alessandro Magno, 331 aC quando, ovviamente, passarono sotto la giurisdizione della Macedonia, o Grecia. Va notato, infine, che la prigionia degli ebrei li aveva finalmente guariti dalla loro idolatria, poiché ci sono poche prove di idolatria o di falso culto in Giudea dopo l'esilio.