E il frutto della giustizia è seminato nella pace di coloro che fanno la pace.

L'apostolo fa ora un'applicazione diretta delle lezioni contenute nella prima parte del capitolo: Chi è saggio e intelligente tra voi? Mostri le sue opere con un'eccellente condotta nella mansuetudine della sapienza. I cristiani dovrebbero usare la saggezza, la prudenza e il buon senso adeguati; dovrebbero mostrare che la loro intelligenza, controllata dall'obbedienza alla Parola di Dio, sa dirigere bene le loro azioni nella vita.

Tale saggezza non è vanagloriosa e orgogliosa, vantandosi a spese degli altri, ma è modesta, umile, mite. Fa la cosa giusta, si comporta in una condotta conforme alla volontà di Dio, non con lo scopo di cercare la propria gloria, ma solo quella di servire il Signore, essendo questo di per sé una ricompensa sufficiente per il credente. In questo spirito compie le opere che il Verbo di Dio gli insegna come gradite al Padre celeste.

Nel caso di un uomo pieno di orgoglio carnale ci si può aspettare la condotta opposta: ma se hai zelo amaro e litigi nei tuoi cuori, non vantarti, e quindi menti contro la verità. Se le persone che si definiscono cristiane amano l'emulazione e le lotte di partito, la gelosia e la rivalità, se sono così gonfi di orgoglio e soddisfazione personale da insistere sempre nell'essere nel giusto e affermare sempre che chi è in disaccordo con loro ha torto, lo fanno a spese dell'amore.

Se in tali circostanze ottengono un vantaggio sull'altro e si vantano con gioia trionfante di essere stati dimostrati nel giusto, questo sarà quasi invariabilmente una menzogna contro la verità, poiché la maggior parte delle vittorie ottenute in tali circostanze si ottengono a spese della verità e amore, e non aiuterà a promuovere l'armonia che dovrebbe trovarsi in una comunità cristiana.

Di tale esibizione di superbia l'apostolo dice: Questa sapienza non è quella che discende dall'alto, ma terrena, sensuale, diabolica; poiché dovunque esistono gelosia e rivalità, c'è disordine e ogni cattiva azione. Le persone che fanno uso di tali schemi per vincere i loro oppositori, che insistono sempre nell'avere ragione e vogliono che le loro idee vengano realizzate, possono ritenersi eccezionalmente sagge, poiché, in effetti, la loro aria autosufficiente farebbe credere ai non iniziati.

Ma la sapienza di cui si vantano non ha nulla in comune con la vera sapienza, quale è data da Dio, ogniqualvolta la Chiesa ha bisogno di una gestione intelligente. È una saggezza, piuttosto, che è solo di questa terra; è sensuale, nel dominio dei sensi, che è fin dove gli esseri umani potranno mai procedere; è diabolico, riesce solo a creare condizioni che siano particolarmente gradite al diavolo, che è bugiardo e assassino fin dall'inizio.

Questo, infatti, è l'unico frutto che ci si può aspettare dove esistono emulazione e lotte di partito, gelosia e rivalità, dove ognuno insiste per far accettare le proprie idee, indipendentemente dalle opinioni degli altri. Naturalmente ci saranno turbamenti, disordini, tutto sarà sconvolto in una tale congregazione, ne risulterà una condizione che darà origine ad ogni cattiva azione, le passioni avranno finalmente libero e pieno dominio.

Del tutto diversa è la situazione in cui la vera mitezza e gentilezza sono sempre in evidenza: ma la saggezza dall'alto è prima di tutto pura, poi pacifica, clemente, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, non incline alla critica, non ipocrita. Questa saggezza viene dall'alto, è data da Dio e dovrebbe essergli richiesta nella preghiera, cap. 1:5. Se un uomo pensa di non averne bisogno, si troverà sicuramente in una posizione in cui commetterà un errore dopo l'altro.

La sapienza che Dio dona, e che dovrebbe sempre regnare nella Chiesa, è pura, casta, santa, protegge dal peccato in ogni sua forma; è pacifico, ovunque ciò possa essere fatto senza negare la verità, mantiene relazioni pacifiche; è indulgente, tollerante, anche sotto forte provocazione; è cedevole, conciliante, pronto a scendere a un compromesso o ad accettare le opinioni dell'avversario se ciò può essere fatto senza nuocere all'opera del Signore; è piena di misericordia, compassione e frutti buoni e sani, desiderosa di essere al servizio della causa; non critico, ma generoso, anche quando la discussione tende a diventare aspra; non ipocrita, ma genuino, il cristiano non fa uso di trucchi e di espedienti per intrappolare il suo avversario.

Se questa condizione di cose si realizza in una congregazione cristiana, in una comunità cristiana, allora ne conseguirà: Ma il frutto della giustizia è seminato nella pace a coloro che sono operatori di pace. Ovunque si praticano le virtù come delineate dall'apostolo nel versetto precedente, lì le persone che le praticano sono sicure di raccogliere il frutto del loro lavoro. Dove la pace di Dio governa il cuore, là cresceranno e fioriranno in abbondanza tutte le virtù che rendono la vera giustizia di vita.

La pace e la giustizia sono dunque il risultato della sapienza che viene data dall'alto, veramente una splendida messe a coloro che hanno mostrato la disposizione che dovrebbe sempre caratterizzare i professi seguaci di Gesù.

Riepilogo

Nell'ammonire i cristiani contro la falsa attività nell'insegnamento e nell'uso della lingua, l'apostolo mostra loro i pericoli che accompagnano molto parlare, specialmente quando la lingua è eccitata fanaticamente; mette in guardia contro l'abuso della lingua e contro la disposizione della mente che genera conflitto.

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