Commento di Frederick Brotherton Meyer
Atti degli Apostoli 21:27-40
Di fronte a una folla bigotta
Passarono quattro giorni e sembrava esserci la speranza che, man mano che il numero dei pellegrini diminuiva, Paolo potesse sfuggire al riconoscimento fino a quando il suo voto non fosse stato adempiuto. Nel compierlo gli fu richiesto di vivere con quattro poveri in una camera del Tempio, di pagare per loro sedici animali sacrificali e le offerte di carne che li accompagnavano, e di stare con loro mentre il sacerdote offriva agnelli e arieti per loro conto.
Ma mentre le cerimonie si stavano avvicinando al completamento, fu riconosciuto dagli ebrei di Efeso e di altre città dell'Asia - forse Alessandro il ramaio era uno di loro - e si levò un grido di odio e orrore. Avevano visto l'Efeso Trofimo camminare con lui per le strade di Gerusalemme e supponevano che Paolo lo avesse condotto nel recinto sacro. La punizione per quel crimine era la morte. Perciò lo presero e lo costrinsero attraverso la porta bella e giù per i quindici gradini, per ucciderlo fuori del tempio.
Questo sfogo attirò l'attenzione della guarnigione romana nel vicino castello di Antonia, e Lisia con i suoi soldati si fece strada attraverso la folla, salvò Paolo dai suoi aspiranti assassini e lo portò fuori dalla loro portata. Dio aveva ancora altro lavoro da fare per l'Apostolo.