Commento di Frederick Brotherton Meyer
Atti degli Apostoli 28:11-20
Sto ancora cercando i suoi parenti
Paolo andò verso Roma, come abbiamo visto, in circostanze molto diverse da quelle che inizialmente aveva previsto; ma, dopotutto, gli hanno dato la più grande opportunità della sua vita. Le cose che gli sono capitate erano per la promozione del Vangelo. In nessun altro modo avrebbe potuto avvicinarsi o toccare uomini come il centurione, o i membri della casa di Cesare, o Publio, o lo stesso Nerone.
Fu molto buono da parte di Giulio concedere a Paolo sette giorni di riposo nella bella baia di Puteoli, ai piedi del Vesuvio. Le cittadine di Pompei ed Ercolano non furono ancora travolte. Quale insegnamento e quale felice comunione godeva ora la piccola chiesa! A quarantatré miglia da Roma, al Foro Appii, un corpo di cristiani attendeva l'Apostolo con saluti, e dieci miglia più avanti, alle Tre Taverne, c'era un altro gruppo. Se Paul aveva nutrito dei timori circa la sua accoglienza, erano stati immediatamente dissipati. L'Apostolo ringraziò Dio e si fece coraggio.
Quanto aveva desiderato vedere la potente Roma! Ora gli era permesso di vivere nella sua stessa casa, incatenato a un soldato. In queste circostanze era al sicuro dall'odio e dai complotti dei Giudei, che in ogni città avevano messo in pericolo la sua vita e impedito le sue fatiche.