Commento di Frederick Brotherton Meyer
Genesi 48:1-7
Giuseppe visita il padre morente
Com'è inesorabile il mosto della morte! Per molti anni Giacobbe aveva superato la durata ordinaria della vita umana, e ora, come l'ultima mela sull'albero, deve essere raccolto. Da diciassette anni conosceva gli splendidi templi, gli obelischi e le piramidi dell'Egitto; era stato circondato da tutte le comodità che l'amore filiale poteva escogitare; ma nulla poteva fargli dimenticare quella lontana caverna nel paese di Canaan.
A suo giudizio la più splendida piramide d'Egitto non doveva essere paragonata a quell'umile sepolcro dove attendevano le sue spoglie mortali di Abramo e Sara, di Isacco e Rebecca, e della fedele Lea. Alla seconda visita di Joseph era più debole e, con uno sforzo, si arrabbiò per l'intervista. La scala dell'angelo e la morte di Rachel erano ben visibili davanti agli occhi morenti. Quando tornò da questa patetica fantasticheria si rivolse ai due ragazzi che stavano sbalorditi accanto a lui e li adottarono, per amore del loro amato padre.