Commento di Frederick Brotherton Meyer
Giobbe 8:1-22
Dio non rigetterà
Bildad riprende ora l'argomento, facendo appello all'esperienza delle generazioni precedenti per mostrare che una sofferenza speciale, come quella di Giobbe, indicava un peccato speciale, per quanto profondamente nascosto. Sente che Dio non poteva pervertire il giudizio e che l'improvvisa distruzione dei figli di Giobbe dimostrò che avevano trasgredito.
Giobbe 8:11 sono probabilmente citati da un antico poema, che incarna l'osservazione sentenziosa di alcune generazioni più anziane, che paragonavano l'empio alla rapida crescita e alla più rapida distruzione della pianta del papiro. Giobbe 8:14 confronta lo stato degli empi con il tessuto sottile della tela del ragno, finemente filato, fragile e insicuro.
Giobbe 8:16 impiega ancora un altro paragone, quello delle erbacce, che crescono fino a diventare rigoglioso rango, estendendosi su cumuli di pietre e persino muri, che in senso figurato si dice che vedano in lontananza e verso cui strisciano; la stessa terra se ne vergogna, poiché ora giacciono appassiti sul sentiero. Ma nota le assicurazioni che Dio sosterrà tutti coloro che torneranno a Lui. Sii di buon umore; tu lo loderai ancora!