Commento di Frederick Brotherton Meyer
Giovanni 15:10-16
“Vi ho chiamato amici”
Dobbiamo valutare l'amore del Padre per Gesù prima di poter misurare il Suo amore per noi. Ci viene detto di amarci l'un l'altro con lo stesso amore, ma è necessario potere abilitante, altrimenti non potremo mai adempiere il Suo comando. Il nostro amore non è come il Suo, a meno che non sia disposto a sacrificarsi fino alla morte. Non servi, ma amici! Il primo stadio è quello del servo, che fa ciò che gli viene detto, non perché capisca, ma perché non ha scelta.
L'amicizia implica l'obbedienza da parte nostra; e da parte sua la divulgazione delle cose profonde di Dio. Anche il Figlio ha imparato l'obbedienza dalle cose che ha sofferto. È solo per obbedienza implicita che possiamo passare alla più intima intimità dell'amicizia e, in definitiva, della filiazione. Non c'è limite a ciò che il Padre farà per coloro che Suo Figlio chiama "amici".