Commento di Frederick Brotherton Meyer
Romani 7:1-13
la Legge fa conoscere il peccato
Per chiarire il suo significato, l'Apostolo entra ora in una parabola tratta dalla vita domestica. Dice che siamo sposati con la Legge come nostro primo marito e cerchiamo, attraverso l'unione con essa, di portare frutto a Dio. Ogni convertito si sforza ardentemente, nel primo impulso della nuova vita, di essere buono e di formare, con uno sforzo incessante, una vita che piaccia a Dio. Come Caino portiamo il frutto della terra, estorto al suolo dal sudore della fronte.
Ma presto siamo delusi dal risultato. La nostra laboriosa cura finisce in un fallimento. I desideri peccaminosi sono troppo magistrali. Come disse Lutero: "Il vecchio Adamo è troppo forte per il giovane Melantone". Allora vediamo che la Croce ha messo la morte tra noi e il nostro doloroso sforzo. Apprendiamo che il contratto matrimoniale che ci legava al nostro primo marito, la Legge, è stato sciolto.
Siamo liberi di entrare in unione matrimoniale con il Signore benedetto, ed Egli, mediante il Suo Spirito interiore, effettua in noi ciò che le nostre energie non sono riuscite a produrre. Siamo uniti a Colui che è stato risuscitato dai morti e portiamo frutto a Dio.