Esposizione di G. Campbell Morgan
1 Tessalonicesi 5:1-28
Sotto la figura di un campo in cui soldati armati di tutto punto aspettano l'alba, mentre coloro che non se lo aspettano dormono e sono ubriachi, l'apostolo mostra che coloro che aspettano il Figlio sono figli della luce, e quindi chiamati a vivere in vigilanza e sobrietà.
In vista della gloriosa certezza della speranza, l'apostolo li esortava a continuare nell'«opera dell'amore» nel servire «un Dio vivo e vero». atteggiamento richiesto dai santi Ciascuna delle ingiunzioni sarà oggetto di un attento esame.
L'apostolo alla fine dichiarò il suo desiderio e la sua sicurezza riguardo a questi cristiani di Salonicco. Il suo desiderio era che potessero essere completamente santificati dal "Dio della pace stesso". L'intera santificazione è descritta come la conservazione dello "spirito, dell'anima e del corpo alla venuta di nostro Signore Gesù Cristo". La lettera si chiude con parole del tutto personali. Conscio delle difficoltà della propria posizione a Corinto, da dove aveva scritto, l'apostolo desidera ardentemente la loro cooperazione nella preghiera.
Le ultime parole sono di santissima benedizione. La loro fede, il loro amore e la loro speranza sono tutti incentrati sulla Persona del Signore Gesù Cristo. Per mezzo di Lui era stata manifestata la grazia per la loro salvezza; in Lui stavano nella grazia che condizionava il loro servizio e la loro crescita; e alla sua venuta la grazia della prima epifania si sarebbe fusa nella gloria della seconda. Così l'apostolo ha affidato i Tessalonicesi alla grazia del Signore Gesù Cristo per stabilirli nella fede, nell'amore e nella speranza.