Riposo e dominato da Cristo, Paolo era tuttavia irrequieto e irresistibile nella devozione all'impresa del suo Signore. Questi fatti sono evidenti in tutto questo capitolo. Lo seguiamo nei movimenti rapidi, sempre calmo e fiducioso. Dopo aver sostato in Grecia per tre mesi, scoprì che era stato architettato un complotto contro la sua vita e passò rapidamente via terra. Detenuto a Troas, assistette i santi e rafforzò i loro cuori.

Fu mentre qui Eutico, sopraffatto dal sonno, morì, da cui Paolo lo risuscitò.

Congedandosi dagli anziani di Efeso, l'apostolo pronunciò un discorso caratterizzato da grande chiarezza e bellezza. Rivedendo il proprio lavoro, non si è scusato. La sua cura per il gregge era espressa con tenerezza. Quanto a se stesso, andava a Gerusalemme legato in spirito, ed era certo che lo aspettava la sofferenza. Eppure non c'è stato alcun restringimento. La vita stessa non gli era cara, la sua unica passione era il compimento del suo ministero per Cristo.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità