L'ultima storia collegata al regno di Nabucodonosor consisteva nel manifesto del re, che esponeva i rapporti del Dio Altissimo con lui.

L'iscrizione iniziale di lode è particolarmente notevole quando si ricorda che esprimeva la convinzione di un monarca così potente come Nabucodonosor. Segue la storia del sogno che lo turbava. Gli giunse nel bel mezzo della prosperità e dell'agio nel suo palazzo. I suoi maghi non furono in grado di dargli un'interpretazione e Daniel fu portato davanti a lui. A lui descrisse minuziosamente la sua visione.

Il fatto che il re abbia ricordato che il suo sogno era simbolico è evidenziato dal cambiamento nell'uso del pronome maschile e dalla dichiarazione che il suo cuore doveva essere cambiato da quello dell'uomo e diventare come quello di una bestia.

Daniele fu "stupito", evidentemente perché vide subito l'applicazione del sogno al re, e iniziò la sua interpretazione con il discorso cortese, espressivo del suo senso della calamità che stava per abbattersi sul re. Tuttavia, in lealtà alla verità, ne interpretò il significato per il re.

Quindi fece appello a Nabucodonosor perché si allontani dal peccato e mostri misericordia ai poveri affinché si prolungasse la sua tranquillità.

Un anno dopo il sogno si è avverato. Nabucodonosor non obbedì all'appello di Daniele, e mentre si vantava di aver costruito la grande città, Babilonia, con la propria potenza e per la propria gloria, una voce venne dal cielo per dirgli che il regno era stato allontanato da lui, e che tutto ciò che Daniele aveva predetto si sarebbe adempiuto. Fu subito preso dalla follia e scacciato di mezzo agli uomini per abitare e mangiare con le bestie dei campi.

Infine, tornata la ragione, Nabucodonosor riconobbe il Dio del cielo e fu restituito al suo regno, lodando il Re del Cielo le cui opere sono vere e le cui vie sono il giudizio.

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