Quando Mosè concludeva la sua grande chiamata al popolo sul sentiero dell'obbedienza, ricordò loro quali diverse esperienze avevano avuto da cui conoscevano la natura del governo e il potere di Dio.

Li corteggiò all'obbedienza parlando delle eccellenze del paese in cui andavano e mettendolo in contrasto con il paese d'Egitto da cui erano venuti. L'Egitto era il luogo della coltivazione forzata. La nuova terra era irrigata, amata e vegliata da Dio.

Per ogni prosperità materiale in questa nuova terra devono quindi dipendere interamente da Dio, sapendo che le Sue risposte di benedizione dipenderanno a loro volta dalla loro obbedienza alla Sua legge. Disse loro che si sarebbero trasferiti in possesso della terra e di tutta la sua ricchezza in potere senza ostacoli in proporzione al mantenimento della posizione di obbedienza indiscussa.

Molto solennemente li chiamò a ricordare che aveva chiaramente indicato loro la via della benedizione e della maledizione, ordinando infine sul monte Garizim e sul monte Ebal, una solenne cerimonia di benedizione e maledizione. A questo proposito diede istruzioni più dettagliate in un secondo momento.

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