Esposizione di G. Campbell Morgan
Filippesi 4:1-23
Passando dall'istruzione particolare a quella generale, l'apostolo prima ingiunse la grazia di rallegrarsi. Per due volte ha ripetuto la sua ingiunzione. Inoltre, incaricò i Filippesi di manifestare tolleranza verso tutti gli uomini. Continuando, ha mostrato che la cura per l'ansia è la supplica con il ringraziamento. A questo proposito ha usato quella frase straordinaria, "la pace di Dio". Osservatela attentamente, la pace di Dio, la sua quiete come serenità, basata sulla sua conoscenza infinita e potere illimitato.
Ebbene l'apostolo dichiara che supera ogni comprensione. Questa è la pace che deve custodire il cuore di coloro che fanno conoscere a Dio le loro richieste. Sapere che Egli sa, essere sicuro che ha a cuore, obbedire nella fiducia di poter compiere tutta la sua perfetta volontà, significa avere il cuore in pace, i pensieri protetti dall'ansia e liberi per il più alto servizio.
La mente così custodita dalla pace di Dio è libera di pensare alle cose più alte che Paolo qui nomina. Giunto alla conclusione della sua lettera, l'apostolo espresse gratitudine per l'amore manifestatogli dai santi a Filippi, e dichiarò di aver appreso in ogni cosa il segreto del riposo in mezzo a circostanze diverse. Quel segreto è alla fine rivelato nelle parole: "Posso fare tutte le cose in Colui che mi rafforza".
La ragione più profonda della sua gratitudine per le loro cure non è egoistica, ma che il loro dono significava che il frutto aumentava per il loro conto. Che pienezza di pensiero c'è nella dichiarazione così familiare, eppure sempre più sorprendente. "Il mio Dio provvederà a ogni tuo bisogno, secondo le sue ricchezze in gloria in Cristo Gesù".
La dossologia costituisce un'espressione adeguata dell'esperienza del cristiano. Questo prigioniero del Signore Gesù, riconoscendo la sua relazione con Dio, gli attribuisce la gloria ed è così visto superiore a tutti i limiti che hanno caratterizzato la sua posizione. Le ultime parole sono quelle di personale e tenero saluto con il pronunciamento dell'unica e inclusiva benedizione della grazia del Signore Gesù Cristo.