Esposizione di G. Campbell Morgan
Genesi 15:1-21
Questo è il racconto della quarta apparizione diretta di Geova ad Abramo ed evidentemente aveva un collegamento diretto con ciò che aveva immediatamente preceduto. Abramo era passato attraverso due conflitti, il primo con i re, il secondo con il suggerimento di arricchimento dal tesoro di Sodoma. In entrambi aveva vinto. Ora la voce divina dichiarò prima: "Io sono il tuo scudo", ricordandogli come era stata ottenuta la sua vittoria sui re; mentre la seconda parola, "Io sono... la tua grandissima ricompensa" gli ricordava che non aveva perso nulla nel rifiutare la ricompensa offerta dal re di Sodoma.
In risposta a questa parola di Dio, la fede di Abramo si è spostata a un livello più alto. Poteva parlare a Dio della tentazione al dubbio che era nel suo cuore. Gli fu subito risposto con la promessa divina di un erede e gli fu comandato di guardare le stelle per trovare la misura della discendenza, "se puoi numerarle". Abramo non poteva, ma Dio poteva. Così doveva essere il suo seme. Guardando le stelle, avrebbe saputo che c'era un ordine dove non poteva scoprirlo, un numero dove non poteva seguirlo; scopo dove non poteva rintracciarlo. Credeva molto letteralmente; ha costruito su Dio e Dio glielo ha contato per la giustizia.
Geova ora ripeté la promessa che avrebbe ereditato il paese e in risposta alla richiesta di Abramo gli diede un segno. È stato dato in connessione con il sacrificio. In un orrore della grande oscurità, Abramo ricevette la rivelazione dei guai che stavano davanti al suo popolo e di un'origine da esso. Questo, dalla visione significativa di una fornace fumante e di una lampada. La richiesta di un segno da parte di Abramo era la richiesta della fede. Pertanto è stato concesso. Quando l'incredulità richiede un segno, viene rifiutata.