Esposizione di G. Campbell Morgan
Genesi 17:1-27
Questo capitolo fornisce il resoconto della quinta apparizione di Dio ad Abramo in cui fu stipulata un'alleanza divina. A questo punto il suo nome fu cambiato da Abramo, che significa padre elevato, ad Abramo, che significa padre di una moltitudine. Il cambiamento fu significativo, poiché poneva l'accento non sull'importanza dell'uomo, ma sullo scopo di Dio attraverso di lui. Qui Geova si è annunciato come El-Shaddai, il cui pieno significato è Dio che basta.
Abramo si arrese alla rivelazione adorando la prostrazione ed entrò così in una regione ancora più alta di comunione. Fu allora che fu nominato il simbolo della circoncisione. Questo doveva essere un segno esteriore e visibile di una relazione interiore e invisibile. È bene ricordare a noi stessi che, mentre questo rito era davvero il segno di una relazione spirituale, non era affatto capriccioso e crudele, ma igienico e benefico. La scienza medica ha ormai sigillato il valore del rito.
A questo punto anche il nome di Sarai fu cambiato in Sarah. Il significato del vecchio nome è incerto. Il significato del nuovo è Principessa, in quanto doveva essere la madre delle nazioni. La risata di Abramo, a differenza di quella successiva di Sara, era una risata di letizia; e se le domande poste sembrano suggerire dubbi, il fatto di porgliele in faccia davanti a Dio è prova del trionfo della fede.
Fu ora che Abramo, in comunione, diede espressione a qualcosa che evidentemente gli tirava il cuore. Ismaele gli era caro. La risposta di Dio non era la disciplina, ma la realizzazione di uno scopo divino. Dio è sempre paziente con noi quando il cuore si aggrappa con affetto a un metodo che non è il suo. Tuttavia, non permette mai all'uomo di fede di fare a modo suo. C'è una gentilezza che sarebbe crudele. C'è un'apparente crudeltà che è l'essenza della gentilezza.