Esposizione di G. Campbell Morgan
Genesi 37:1-36
Da questo punto nella narrazione sacra, sebbene Giacobbe appaia più di una volta, per un certo tempo la storia è incentrata su Giuseppe, ed è certamente sicuro dire che per molti aspetti nessuna figura più notevole appare sulle pagine della storia dell'Antico Testamento.
Giuseppe è qui visto, in primo luogo come l'oggetto dell'amore di suo padre, un amore che può essere sicuramente spiegato dal fatto che era il primogenito di Rachele, e anche dall'ingenua semplicità della sua indole e dalla forte integrità della sua carattere.
Se la lettura marginale della Versione riveduta è corretta, e con ogni probabilità lo è, che suo padre gli fece "un lungo indumento con maniche", questo probabilmente suggerisce la sua nomina a una posizione di fiducia e di supervisione, poiché tale indumento era il veste di principe. Naturalmente fantasioso e romantico e dedito ai sogni ad occhi aperti, attraverso questa via Dio suggerì la sua posizione e il suo potere a venire. Con semplice ingenuità raccontò i suoi sogni ai suoi fratelli.
Il carattere dell'uomo come successivamente rivelato rende impossibile credere che avesse qualche secondo motivo in questo racconto dei suoi sogni. La costruzione che i suoi fratelli ponevano sui sogni era senza dubbio quella vera; ma molto probabilmente fu raggiunto come risultato della posizione che occupò tra loro per nomina di suo padre, e dalla loro interpretazione del suo sentimento dalle loro stesse gelosie.
La storia del suo tradimento è allo stesso tempo una rivelazione della loro malizia e del deciso consiglio divino di andare avanti verso la realizzazione finale dello scopo.