Esposizione di G. Campbell Morgan
Genesi 38:1-30
La triste e tragica storia della corruzione di Giuda qui registrata ha bisogno di pochissimi commenti. Porta le proprie lezioni sulla fragilità della natura umana e sugli effetti di vasta portata del peccato.
Tuttavia, collocarlo a questo punto della storia è suggestivo e importante. Dopo questa rivelazione, osserviamo i primi movimenti di Dio nel processo di rigenerazione in mezzo alla degenerazione della razza. Finora ci siamo occupati quasi esclusivamente di individui. A poco a poco emerge la visione più ampia della famiglia e della società. Le condizioni che rendevano possibile il peccato di Giuda, e il peccato in sé, rivelavano la necessità di un'altra nuova partenza.
Era evidente una marcata tendenza alla corruzione del popolo eletto per mezzo di rapporti sacrileghi con il popolo del paese. Se non ci fosse stato il dominio divino e se queste persone fossero state lasciate a se stesse, il seme prescelto sarebbe stato inevitabilmente completamente corrotto e gli scopi di Dio sconfitti.
Mentre Giuda peccava così, Giuseppe era già in Egitto, e quindi già da tempo si preparava la segregazione del popolo eletto, tenendolo separato dagli altri e dalla rigida esclusività degli egizi.