Esposizione di G. Campbell Morgan
Geremia 48:1-47
La parola del Signore su Moab è un giudizio, che tuttavia si chiude con un barlume di speranza. Il giudizio è descritto, in primo luogo, dal punto di vista del flagello. La sua estensione è predetta e la dizione e l'impotenza sono illustrate graficamente.
Si parla poi del giudizio dal punto di vista di Moab, cioè si riconosce la lunga sicurezza di Moab e la sua libertà dall'afflizione, come anche la sua fiducia in se stesso. In contrasto con ciò, viene emessa la sentenza. Tutta la sua sicurezza passata sta per finire e la sua forza sta per svanire. Infine, in un lungo passo pieno di tremenda potenza, viene descritto il giudizio di Moab dal punto di vista dello spettatore.
Le nazioni circostanti sono chiamate a osservare ea lamentarsi, mentre tuttavia riconoscono la giustizia del giudizio, poiché è una punizione per Moab per il peccato di essersi magnificato contro il Signore.
Il profeta stesso, osservando il giudizio, esplose in lutto e lamento, singhiozzando descrivendo la desolazione, finché alla fine, in una breve frase, annunciò la promessa di Geova che alla fine avrebbe restaurato la prigionia di Moab, e indicò che fino a quando quel tempo dell'intervento divino deve continuare il giudizio di Moab.