Giobbe 26:1-14
1 Allora Giobbe rispose e disse:
2 "Come hai bene aiutato il debole! Come hai sorretto il braccio senza forza!
3 Come hai ben consigliato chi è privo di sapienza! E che abbondanza di sapere tu gli hai comunicato!
4 Ma a chi ti credi di aver parlato? E di chi è lo spirito che parla per mezzo tuo?
5 Dinanzi a Dio tremano le ombre disotto alle acque ed ai loro abitanti.
6 Dinanzi a lui il soggiorno dei morti è nudo, l'abisso è senza velo.
7 Egli distende il settentrione sul vuoto, sospende la terra sul nulla.
8 Rinchiude le acque nelle sue nubi, e le nubi non scoppiano per il peso.
9 Nasconde l'aspetto del suo trono, vi distende sopra le sue nuvole.
10 Ha tracciato un cerchio sulla faccia dell'acque, là dove la luce confina colle tenebre.
11 Le colonne del cielo sono scosse, e tremano alla sua minaccia.
12 Con la sua forza egli solleva il mare, con la sua intelligenza ne abbatte l'orgoglio.
13 Al suo soffio il cielo torna sereno, la sua mano trafigge il drago fuggente.
14 Ecco, questi non son che gli estremi lembi dell'azione sua. Non ce ne giunge all'orecchio che un breve sussurro; Ma il tuono delle sue potenti opere chi lo può intendere?"
Veniamo accanto alla risposta di Giobbe. La risposta a Bildad occupa un solo capitolo, caratterizzato dall'inizio alla fine dal disprezzo per l'uomo che non aveva altro da dire. In una serie di feroci esclamazioni Giobbe rivelò l'impotenza di tutto ciò che il suo amico aveva detto per aiutarlo. Poi, per mostrare la povertà dell'argomento di Bildad, parlò della grandezza di Dio per dimostrare che la conosceva, e anche più perfettamente dei suoi amici.
Il potere di Dio si esercita negli inferi. "Le ombre tremano", la tomba "è nuda", la distruzione "non ha copertura". L'intero tessuto materiale è sostenuto semplicemente dal Suo potere. I misteri delle acque controllate, della luce e delle tenebre sono nella sfera del Suo governo. La tempesta travolgente e la sua scomparsa sono simili per la Sua potenza e il Suo spirito. Avendo così, con una bellezza poetica quasi travolgente, suggerito la sua coscienza della grandezza e del governo di Dio, Giobbe dichiarò che tutte queste cose non sono che "periferia delle sue vie", che, dopo tutto, tutto ciò di cui l'uomo è consapevole è solo " un sussurro" di Dio. Il "tuono della sua potenza" è evidentemente al di là della comprensione umana.