Esposizione di G. Campbell Morgan
Giobbe 40:1-24
C'è una pausa nello svelamento quando Geova parla direttamente al Suo servitore e chiede una risposta alle cose che ha detto. La risposta è piena di suggestione. L'uomo che con parole poderose e forte disprezzo era stato di spirito ininterrotto in presenza di tutte le discussioni dei suoi amici ora gridò:
Ecco, io sono di poco conto. Cosa devo risponderti?
Ha appreso la saggezza di, e ascolta mentre parla Geova.
Di nuovo Geova procede e incarica Giobbe di "cingere" i suoi "lombi come un uomo". In ogni caso c'è in questa parola introduttiva il suggerimento della coscienza di Dio della dignità dell'uomo. Le cose che ha descritto non possono ascoltare o rispondere a questa saggezza divina. Giobbe può, ed è chiamato a esercitare questi poteri distintivi della sua umanità. Giobbe aveva mostrato la sua follia in quanto in mezzo a tutte le sue sofferenze aveva per inferenza incolpato il metodo di Dio.
Questo Dio ora sfida, ma non per spiegarlo, ma prima per suggerire a Giobbe di tentare di occupare il posto di Dio nell'universo. C'è una bella e tenera satira nella chiamata di Geova a Giobbe di assumere le redini del governo. Lascia che lo faccia nel regno morale, in cui ha operato la sua critica. Abbassi e umili i superbi, gli alti, i malvagi e gli empi. Quando Giobbe riuscirà a farlo, allora Geova riconoscerà che la mano destra di Giobbe può salvarlo.
Avendo sfidato Giobbe in questo modo, Geova ora suggerisce due esperimenti. Porta davanti a sé due animali, non morali, e suggerisce a Giobbe di esercitare la sua autorità e potere su di loro. Questo è molto più facile che governare gli uomini. La materia si cede sempre al governo dell'uomo con maggiore facilità della morale. Se quest'uomo può essere fatto sentire la sua assoluta debolezza nella sfera inferiore, ne dedurrà naturalmente la sua impotenza nelle cose superiori.
Se non può governarli, come può assumere le funzioni di Colui che li ha fatti, e li governa perfettamente? La descrizione del colosso lascia pochissimi dubbi sul fatto che l'animale che conosciamo come l'ippopotamo sia inteso.