Sapendo che l'inimicizia dei governanti contro di Lui sarebbe andata avanti anche contro i suoi discepoli, disse loro di non temere coloro che uccidono il corpo, ricordandosi sempre delle cure del Padre loro, come rivelano i passeri, e nella numerazione dei capelli di le loro teste.

Il suo discorso ai suoi discepoli fu interrotto da uno della moltitudine. Si trattava di un ricorso per azione in materia di distribuzione dei beni. Rifiutando di arbitrare, pronunciò la grande parabola del ricco stolto, dichiarando inequivocabilmente che "la vita di un uomo non consiste nell'abbondanza delle cose che possiede".

Questa è stata seguita da una descrizione del vero atteggiamento dei discepoli di Gesù. Per il momento togliamo da esso alcune frasi rivelatrici: "Non temere", "vendere... e dare", "lombi cinti", "lampade accese", "uomini che cercano il loro Signore", "sii anche tu pronto", "'il Figlio dell'uomo viene". Rispondendo a una domanda di Pietro, il Signore ha poi dato un altro aspetto della vita cristiana. È guardare e aspettare il Signore stesso, che deve essere per sempre ciò che impedisce l'abuso di fiducia e la relazione sbagliata tra i compagni di servizio.

Fu a questo proposito che nostro Signore esplose nel grande soliloquio che solo Luca registra, in cui lo vediamo guardare all'estremo della sua missione, il getto del fuoco, e riconoscere che questo può essere realizzato solo attraverso il battesimo della passione a che si stava muovendo.

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