"Non è qui, è risorto!" Questa, sicuramente, è la musica più dolce. Come incorona meravigliosamente il Re. I suoi nemici lo hanno respinto e hanno dimostrato la loro malizia consegnandolo al loro comune, al loro ultimo, al loro il più terribile nemico-Morte.Il Re dimostra la sua regalità vincendo quel nemico nella sua morte, e in questa mattina di Pasqua, il primo, si trova di nuovo sulla sua stessa terra, dopo aver affrontato e vinto il grande nemico della razza.

Nei versetti Mt 28,8-20 intravediamo il vivente. Tutta la sofferenza è dietro, il conflitto è vinto. Ora i cieli lo ricevono per una stagione. Verrà di nuovo a regnare su tutta la terra.

Prima della sua partenza raccolse attorno a sé la sua schiera di apostoli e diede loro il grande incarico, urgente con l'urgenza del suo "VAI", ampio come il mondo nella sua portata, forte come la forza della Divinità e pieno di risorse come Lui stesso, poiché Egli promise di essere sempre con i messaggeri, fino alla fine del mondo.

Così finisce il Vangelo del Re. Egli venne e dichiarò le leggi del Regno, e ne rivelò la bellezza nella sua vita e la sua beneficenza nelle sue opere. I suoi non avrebbero avuto nessuno di Lui, e in un'empia coalizione con i poteri dei Gentili emisero il verdetto: "Non avremo quest'uomo che regni su di noi". Lo uccisero. Tuttavia l'ultima nota non è quella del rifiuto dell'uomo, ma della esaltazione, e ci raduniamo intorno al Risorto, e gridiamo: Viva il Re!

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