Esposizione di G. Campbell Morgan
Romani 13:1-14
L'apostolo mostrò ora quale atteggiamento avrà il credente verso il mondo. La prima cosa da trattare è la sottomissione all'autorità. Questi poteri sono di Dio. La sottomissione del credente alla volontà di Dio si manifesta nel mondo mediante la sua obbedienza all'autorità propriamente costituita. La stessa esposizione del caso, tuttavia, rivela inferenziale un altro lato della questione. Il credente si sottomette al potere quando realizza il vero intento della sua vocazione e del suo ufficio. Il caso stesso di Paolo fornirà esempi di rimproveri ai governanti.
Ancora una volta, l'abbandono alla volontà di Dio è evidenziato davanti al mondo dall'estinzione di tutti i giusti debiti. Questo è riassunto nella prima ingiunzione: "Nessun uomo non deve altro che amarsi l'un l'altro". Dovere sempre amore significa rendere impossibile frodare in materia di purezza, di vita, di proprietà. Così, come dichiara l'apostolo, «l'amore, dunque, è l'adempimento della legge».
Si conclude così la sezione che tratta specificamente dell'esigenza della sottomissione del cristiano a Dio, dell'umiltà personale nell'amore, della relativa sottomissione all'amore. Queste sono le vere credenziali della vita abbandonata a Dio in spirito, anima e corpo.
L'apostolo ha poi dichiarato qual è l'incentivo perpetuo alla realizzazione dell'abbandono della vita, sia nelle sue manifestazioni interiori che esteriori. L'oscurità è ovunque. I figli del Signore cammineranno come di giorno, anche se la notte è ancora intorno a loro. Sentono già il respiro del mattino muoversi nell'oscurità e, spogliandosi delle vesti della notte, devono rivestirsi dell'armatura della luce e attendere il primo bagliore dell'alba che fa capolino.