Il quinto canto dell'Hallel è il più breve del Salterio. In esso, in un senso molto profondo, si adempie il detto così comune che "La brevità è l'anima dell'arguzia". Vive davvero con la saggezza della perfetta realizzazione. È il puro cantico del popolo di Geova. È il cantico d'Israele, il servitore ideale di Geova.

È rivolto a tutti i popoli. Sono chiamati a lodare e lodare Geova perché la sua verità dura per sempre. Nel lungo processo dei secoli Israele non ha mai realizzato pienamente questo ideale. Alla fine lo scopo fu consumato in una Persona. Tutte le antiche profezie trovavano in Lui il loro potenziale adempimento. In quella stanza superiore la canzone era un assolo per quanto riguarda l'esperienza reale. Per l'unione della grazia e della verità, in e per mezzo di Gesù, l'appello alla lode si è rivolto a tutte le nazioni e tutti i popoli.

Coloro che si unirono a Lui nel canto quella notte furono resi capaci di cantare nei giorni seguenti con significato e con forza; e questo è il canto con cui la Chiesa da allora è andata avanti per corteggiare e conquistare i popoli a Geova. Prima che l'opera di Gesù sia finalmente completata, l'Israele di Dio stesso canterà perfettamente quel cantico e le nazioni e i popoli risponderanno.

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