Salmi 143:1-12
1
2 e non venire a giudicio col tuo servitore, perché nessun vivente sarà trovato giusto nel tuo cospetto.
3 Poiché il nemico perseguita l'anima mia; egli calpesta al suolo la mia vita; mi fa abitare in luoghi tenebrosi come quelli che son morti già da lungo tempo.
4 Il mio spirito è abbattuto in me, il mio cuore è tutto smarrito dentro di me.
5 Io mi ricordo dei giorni antichi; io medito tutti i tuoi fatti; io rifletto sull'opera delle tue mani.
6 Io stendo le mie mani verso te; l'anima mia è assetata di te come terra asciutta. Sela.
7 Affrettati a rispondermi, o Eterno; lo spirito mio vien meno; non nascondere da me la tua faccia, che talora io non diventi simile a quelli che scendono nella fossa.
8 Fammi sentire la mattina la tua benignità, poiché in te mi confido; fammi conoscer la via per la quale devo camminare, poiché io elevo l'anima mia a te.
9 Liberami dai miei nemici, o Eterno; io cerco rifugio presso di te.
10 Insegnami a far la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio; il tuo buono Spirito mi guidi in terra piana.
11 O Eterno, vivificami, per amor del tuo nome; nella tua giustizia, ritrai l'anima mia dalla distretta!
12 E nella tua benignità distruggi i miei nemici, e fa' perire tutti quelli che affliggono l'anima mia; perché io son tuo servitore.
Questo è l'ultimo dei quattro salmi, e sia rispetto al senso di impotenza che di sicurezza in Dio, è più vivido e sorprendente di entrambi. Per quanto riguarda la situazione umana, è un grido di disperazione, e davvero terribile. La vita è colpita, lo spirito è sopraffatto e l'intera lamentela si conclude con una dichiarazione: "Il mio cuore dentro di me è desolato". Quell'ultima parola “desolato” ha in sé il singhiozzo di un mare spento. Eppure il salmo si apre con un vivo grido a Geova e, dopo la dichiarazione di necessità, si conclude con un determinato atto di fede.
Nella situazione di completa impotenza l'anima si prepara alla sua preghiera, e le parole che indicano il metodo di preparazione sono interessanti. “Ricordo... medito... rifletto”. La questione di questo è immediatamente dichiarata: "Ho steso le mie mani verso di te". La serietà dell'anima si manifesta nelle urgenze che seguono. “Sbrigati... non nascondere il tuo volto... fammi sentire.
.. fammi sapere... liberami... insegnami... vivificami. La consacrazione personale in questo sforzo di impadronirsi della risorsa infinita è manifesta nelle affermazioni. "In te confido... a te vivo la mia anima... fuggo a te per nascondermi" e infine "sono tuo servo". Attraverso tutta l'urgenza e la serietà si manifesta anche una fiducia incrollabile. “Tu sei il mio Dio” è la parola centrale attorno alla quale si raccolgono tutti gli altri.