Qualunque siano state le condizioni locali che hanno creato questo salmo, è diventato così perfettamente e propriamente associato all'unico Figlio di Dio che è quasi impossibile leggerlo in altro modo. Questo e i due salmi seguenti costituiscono un trittico di tavolette su cui è scritta la storia del Cristo nella sua opera di Salvatore, Pastore e Sovrano.

Quanto a questo primo, visto che nel mistero supremo della Passione Gesù ha citato le prime parole, siamo giustificati a leggerlo alla luce di quella Croce. Ha due grandi movimenti. La prima ci ammette, per quanto può essere, alla sofferenza solitaria di Colui sull'altare del sacrificio (vv. Sal 22,1-21). La seconda ci porta davanti alla gioia del Vincitore, poiché attraverso il travaglio ha visto il trionfo (vv. Sal 22,22-31).

Leggendo con riverenza la prima, dobbiamo comprendere che tutta la desolazione era l'esperienza di Colui che era entrato al posto del peccatore. Nel leggere con gioia la seconda, dobbiamo riconoscere che il culmine della gioia è la capacità di annunciare un vangelo ai bisognosi. E questo basta per scrivere. Per il resto, lo Spirito, che è l'unico Interprete del Cristo di Dio, parli al nostro udito? e adoriamo con stupore e obbediamo.

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