Salmi 31:1-24
1
2 Inclina a me il tuo orecchio; affrettati a liberarmi; siimi una forte ròcca, una fortezza ove tu mi salvi.
3 Poiché tu sei la mia ròcca e la mia fortezza; per amor del tuo nome guidami e conducimi.
4 Trammi dalla rete che m'han tesa di nascosto; poiché tu sei il mio baluardo.
5 Io rimetto il mio spirito nelle tue mani; tu m'hai riscattato, o Eterno, Dio di verità.
6 Io odio quelli che attendono alle vanità menzognere; e quanto a me confido nell'Eterno.
7 Io festeggerò e mi rallegrerò per la tua benignità; poiché tu hai veduta la mia afflizione, hai preso conoscenza delle distrette dell'anima mia,
8 e non m'hai dato in man del nemico; tu m'hai messo i piedi al largo.
9 Abbi pietà di me, o Eterno, perché sono in distretta; l'occhio mio, l'anima mia, le mie viscere son rosi dal cordoglio.
10 Poiché la mia vita vien meno dal dolore e i miei anni per il sospirare; la forza m'è venuta a mancare per la mia afflizione, e le mie ossa si consumano.
11 A cagione di tutti i miei nemici son diventato un obbrobrio, un grande obbrobrio ai miei vicini, e uno spavento ai miei conoscenti. Quelli che mi veggono fuori fuggon lungi da me.
12 Io son del tutto dimenticato come un morto; son simile a un vaso rotto.
13 Perché odo il diffamare di molti, spavento m'è d'ogn'intorno, mentr'essi si consigliano a mio danno, e macchinano di tormi la vita.
14 Ma io mi confido in te, o Eterno; io ho detto: Tu sei l'Iddio mio.
15 I miei giorni sono in tua mano; liberami dalla mano de' miei nemici e dai miei persecutori.
16 Fa' risplendere il tuo volto sul tuo servitore; salvami per la tua benignità.
17 O Eterno, fa' ch'io non sia confuso, perché io t'invoco; siano confusi gli empi, sian ridotti al silenzio nel soggiorno de' morti.
18 Ammutoliscano le labbra bugiarde che parlano arrogantemente contro al giusto con alterigia e con disprezzo.
19 Quant'è grande la bontà che tu riserbi a quelli che ti temono, e di cui dài prova in presenza de' igliuoli degli uomini, verso quelli che si confidano in te!
20 Tu li nascondi all'ombra della tua presenza, lungi dalle macchinazioni degli uomini; tu li occulti in una tenda, lungi dagli attacchi delle lingue.
21 Sia benedetto l'Eterno! poich'egli ha reso mirabile la sua benignità per me, ponendomi come in una città fortificata.
22 Quanto a me, nel mio smarrimento, dicevo: Io son reietto dalla tua presenza; ma tu hai udita la voce delle mie supplicazioni, quand'ho gridato a te.
23 Amate l'Eterno, voi tutti i suoi santi! L'Eterno preserva i fedeli, e rende ampia retribuzione a chi procede alteramente.
24 Siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nell'Eterno!
In questo grande canto di fiducia che lotta tra le lacrime per trionfare, abbiamo un bell'esempio di un'esperienza spesso ripetuta nella storia dei figli della fede. Ci sono tre divisioni. Nella prima (1-8) si manifesta chiaramente il doppio senso di fiducia e di prova. Nella seconda (9-18), la prova sembra per un certo tempo aver quasi superato la fiducia, tanto è viva la coscienza di essa. Nell'ultimo (19-24), la fiducia ha completamente trionfato e il senso del cantante è il senso di perfetta sicurezza nel padiglione di Geova.
Nella prima, l'anima del cantante afferma valorosamente la sua fiducia e chiede aiuto. Nel secondo, l'affermazione di fiducia è al passato e il presente è di prove e lacrime. In quest'ultimo, la fiducia è una condizione che non ha bisogno di una dichiarazione formale ma si canta nella vittoria e nella letizia. In questa canzone troviamo le stagioni dell'anima come le conosciamo tutte prima o poi. Primo, l'autunno con i suoi venti e le nuvole che si addensano, ma con la luce del sole e un frutto dorato anche se il soffio della morte è ovunque (1-8).
Poi segue l'inverno, mento e senza vita, pieno di singhiozzi e sospiri (9-13). Dopo di che la primavera con la sua speranza e attesa, le sue piogge travolgenti e il sole cocente risplende (14-18). Finalmente l'estate gioiosa e dorata (19-24). Abbiamo bisogno di tutti loro per completare il nostro anno!